Ancona, venduto il diamante lasciato in eredità alle Patronesse del Salesi

Ancona, venduto il diamante lasciato in eredità alle Patronesse del Salesi
ANCONA - Venduto a 27 mila euro il brillante lasciato in eredità dall’anconetana Clara Nicolini alle Patronesse del Salesi. ...

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ANCONA - Venduto a 27 mila euro il brillante lasciato in eredità dall’anconetana Clara Nicolini alle Patronesse del Salesi.

Ad acquistare il solitario di 5,46 carati un privato che ha chiesto di restare anonimo. L’affare è andato in porto sabato pomeriggio, a sette mesi da quella donazione che aveva colto di sorpresa la presidente delle Patronesse Milena Fiore: «Con questi soldi – dice Fiore soddisfatta – potremo avviare importanti progetti a sostegno dei bambini in cura al Materno – Infantile. Di iniziative da promuovere ce ne sarebbero tante, ma prima di impegnare la cifra servono certezze sul futuro del Pediatrico». In attesa che la Regione scopra le carte sul progetto del nuovo Salesi, le Patronesse hanno comunque messo in cassaforte ben 27 mila euro. Una somma di gran lunga inferiore rispetto ai 50 mila euro indicati nel testamento di Clara Nicolini. Poco più della metà. Come mai? «I 50 mila euro erano frutto della stima del perito nominato dal notaio che ha redatto il testamento – racconta Fiore – ma quando ho iniziato a interessarmi della vendita importanti gioiellieri e addirittura gli esperti di Sotheby’s, a cui mi sono rivolta, hanno valutato il solitario tra i 25 e i 27 mila euro». La presidente delle Patronesse spiega come il brillante, incastonato in un anello, presentasse alcune imperfezioni, in particolare nel colore, che, evidentemente, il perito del notaio non aveva tenuto in considerazione. «Appena preso in consegna il diamante, acquistato in Sud Africa a metà degli anni ‘70 – prosegue Fiore – l’ho portato da un prestigioso gioielliere della zona per una prima valutazione. L’orefice mi aveva offerto poco più di 20 mila euro, spiegandomi che, con la vendita tramite un intermediario, ovvero la gioielleria, noi avremmo perso qualcosa, mentre il potenziale acquirente avrebbe pagato un prezzo più alto. Così, dopo aver fatto valutare il diamante nella filiale milanese di Sotheby’s e aver chiesto un secondo parere a un altro gioielliere, abbiamo deciso di provare a vendere il solitario privatamente». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero