ANCONA- In Comunità si innamorà di un educatore e, anche per querra relazione, il Tribunale le ha tolto le figlie. «Ora però ho un lavoro, mi sono riappacificata con i miei...
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Ora la donna contesta la valutazione dei Servizi sociali di non idoneità al ruolo di madre e, tramite gli avvocati Moreno Giaccaglia e Gabriele Cirilli, si è opposta alla procedura di adottabilità presso il Tribunale dei minorenni di Ancona. Un storia molto travagliata quella di Francesca (nome di fantasia) che subì maltrattamenti dal compagno marocchino con cui ebbe la prima figlia. L'altra bambina l'ha avuta da un italiano dal quale si è poi separata. Situazioni per le quali anche i rapporti con la famiglia di origine si erano incrinati, tanto che la giovane si era rivolta agli assistenti sociali e poi era entrata in una casa famiglia: la prospettiva era trovare
un lavoro e uscire definitivamente dalla situazione di
difficoltà ma con entrambe le figlie.
Nella struttura di accoglienza, invece, una relazione con un educatore rese tutto più complicato. Anche per la carenza di finanziamenti da parte del Comune di provenienza, la permanenza di Francesca nella casa famiglia durò meno del previsto e nel luglio 2012 una relazione degli assistenti sociali, sulla base della valutazione della psicoterapeuta, la dichiarò non idonea al ruolo di madre: le due bambine vennero affidate a famiglie diverse.
Da allora la donna le vede una volta al mese in incontri protetti, senza poter spiegare loro i motivi della separazione. Ora si sta aprendo la procedura di adottabilità per la figlia maggiore e Francesca teme di perderle entrambe. «Ora ho un lavoro a chiamata per un anno, se va bene sarò assunta fissa - ha spiegato -, ho fatto pace con i miei genitori che mi aiutano ma i Servizi sociali non considerano questi progressi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero