ANCONA - Cubomeduse a Palombina come ai tropici. Da una settimana sono l'incubo dei bagnanti, “ustionati” dai loro lunghi tentacoli quasi invisibili e quindi...
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In spiaggia è stata chiamata anche l'Arpam che ieri, dopo vari campionamenti, ha diramato un bollettino sul sito chiarendo che la specie non è nociva per l'uomo anche se è urticante. Il genere è quello della charybdea, delle micromeduse appartenenti alla famiglia delle cubomeduse, difficili da individuare per le ridotte dimensioni. «Hanno “pizzicato” molti bagnanti – racconta Debora Bilanci, titolare dello chalet Libero Bar, nella spiaggia libera di Palombina – tra loro c'erano anche dei bambini. Così ci siamo voluti munire di una pomata, che non rientra nella dotazione di sicurezza a cui siamo obbligati, ma in grado di creare subito sollievo perché chi ne entra a contatto sente un forte bruciore e la pelle si arrossa subito».
Nei soggetti più sensibili ha provocato grosse bolle rimaste fino a cinque giorni di distanza. Così è successo ad una 36enne che domenica si trovava allo stabilimento Da Romano. Entrata in acqua la ragazza si è sentita un filo che le è passato attorno alla caviglia creandole un forte bruciore. Era la cubomedusa. Tornata a casa sono comparse delle grosse bolle rosse ed è dovuta andare in farmacia per acquistare una pomata specifica. Le micromeduse per ora sembrano interessare solo il tratto di spiaggia che va da Collemarino a Falconara.
Ad interessare l'Arpam sono stati gli stabilimenti balneari. I tecnici hanno effettuato diversi prelievi individuandola e portando i campioni in laboratorio per essere analizzati. La grandezza è di circa 5 centimetri con i tentacoli che raggiungono invece anche i 10 centimetri. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero