Ancona, nasce la super Autorità portuale con poteri da Pesaro fino a Pescara

Ancona, nasce la super Autorità portuale con poteri da Pesaro fino a Pescara
Renzi assegna ad Ancona la guida della super autorità portuale del centro Italia. Non solo lo scalo internazionale dorico, ma anche quello di Pesaro, Falconara, San...

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Renzi assegna ad Ancona la guida della super autorità portuale del centro Italia. Non solo lo scalo internazionale dorico, ma anche quello di Pesaro, Falconara, San Benedetto del Tronto, Ortona e Pescara. Tutti sotto la guida dell'Autorità di sistema portuale del Medio Adriatico, con sede nel capoluogo marchigiano. Approvato dal Consiglio dei ministri di mercoledì notte il decreto di riforma dei porti italiani presentato dai ministri Madia e Delrio, l'Ap di Ancona viene promossa. Oltre agli scali statali indicati dal decreto, la Regione potrebbe ampliare ulteriormente i compiti dell'Ap, assegnando anche la gestione dei porti regionali come Fano, Civitanova, Numana e Senigallia. «Viene riconosciuto il ruolo e l'importanza che ha il porto di Ancona. La riforma apre nuovi scenari per il ruolo di Marche e Abruzzo all'interno della Marcoregione Adriatico Ionica, riconoscendo e rafforzando l'importanza strategica di questi territori» commenta il presidente Ap Rodolfo Giampieri, ricordando che solo un anno fa il porto di Ancona era in bilico sulla scure dell'accorpamento con Ravenna. «Merito del lavoro di squadra del territorio che ha saputo interpretare con una visione di sistema gli scenari futuri» sottolinea Giampieri. Il decreto legge, prima di essere convertito e pubblicato sulla gazzetta ufficiale, chiede ora il parere delle commissioni parlamentari, quindi la trasmissione alla Corte dei Conti, in tutto massimo 60 giorni.


Ecco cosa cambia. La riforma Delrio porta le Ap da 24 a 15: Genova, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Cagliari, Napoli, Palermo, Catania, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste. Il decreto snellisce anche le procedure per lo sdoganamento delle merci e il transito di passeggeri attraverso lo sportello unico doganale e dei controlli, rispetto agli attuali 113 procedimenti svolti da 23 soggetti diversi. Cambia anche il governo del porto: più potere al presidente dell'Ap, nominato con un mandato di 4 anni direttamente dal ministro “previa intesa” con il presidente di Regione, addio al Comitato portuale, al suo posto ci sarà un comitato di gestione al massimo di 5 nomi, con rappresentanti del Comune di Ancona, della Regione Marche e della Capitaneria di Porto, chiamato a decidere su concessioni demaniali e dragaggi. Il decreto non entra nel capitolo finanziamenti. «Ma non c'è pericolo che le risorse del porto di Ancona vengano ridotte e ridistribuite tra tutti i porti. Semmai ci sarà un aumento dei fondi da gestire» commenta Giampieri. La nuova Ap infatti dovrà farsi carico dei lavori e delle opere del porto di Ancona, Pesaro, Falconara, San Benedetto del Tronto, esclusa la darsena turistica, Ortona e Pescara, dovendo progettare il sistema della logistica in un'ottica interregionale e internazionale, compreso all'interno del corridoio europeo Helsinki – La Valletta. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero