Ancona, gioco sadomaso troppo violento: fa arrestare il compagno, poi si pente. Ma lui finisce in carcere

Ancona, gioco sadomaso troppo violento: fa arrestare il compagno, poi si pente. Ma lui finisce in carcere
Cinquanta sfumature di grigio ad Ancona, con variante in Tribunale. Lei, dopo aver denunciato il partner amante del sadismo, lo perdona. Ma è troppo tardi e arriva il...

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Cinquanta sfumature di grigio ad Ancona, con variante in Tribunale. Lei, dopo aver denunciato il partner amante del sadismo, lo perdona. Ma è troppo tardi e arriva il patteggiamento.




Lei, 38 anni, aveva chiamato la Polizia per aver rifiutato un gioco erotico. Venerdì aveva chiesto l'aiuto degli agenti polizia mentre subiva schiaffi e pugni dal compagno. Lei si era poi pentita, cercando di ritirare l'accusa. Ma il meccanismo giudiziario era ormai scattato, e a lui non è restato che concordare una pena, nemmeno tanto piccola.



Ieri mattina la donna era in Tribunale, proprio accanto al ragazzo che tre giorni fa aveva accusato davanti agli agenti della squadra Volanti. Non ha voluto abbandonare quello che solo poche ore prima aveva descritto come un violento aggressore. Trecce bionde, maglietta a mezze maniche, jeans e un vistoso cerotto bianco su un sopracciglio, voleva riabbracciare l'uomo contro il quale lei stessa aveva puntato il dito.



Invece nessuna buona notizia per l'innamorata pentita. L'arresto dell'uomo è stato convalidato. Lui stesso ha scelto di patteggiare la pena di un anno, quattro mesi e venti giorni. «Non volevo farlo arrestare» ha detto l'accusatrice ravveduta dopo l'udienza. Il 26enne, davanti al giudice, ha negato di aver alzato le mani. «E' caduta e si è ferita urtando il volto contro il tavolo» ha sostenuto l'uomo rispondendo alle domande del giudice. Versione non credibile secondo il magistrato. La procura ha infatti prodotto in udienza il referto medico rilasciato dal pronto soccorso di Torrette. I medici, dopo aver visitato la 38enne venerdì notte, non hanno avuto dubbi sul fatto che quelle ferite al volto erano compatibili con delle percosse e non con l'urto contro un mobile.



Non solo. Dalle indagini è risultato che la donna aveva richiesto almeno altre dieci volte il soccorso medico, sempre per percosse. La documentazione ha quindi confermato la prima versione fornita dalla donna anche ai poliziotti intervenuti. Secondo questa tesi, l'uomo l'avrebbe malmenata dopo che lei aveva rifiutato un "gioco" erotico molto spinto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero