ANCONA - Delitto di Ancona: morto dopo tre settimane di agonia Fabio Giacconi. L'uomo, il 7 novembre, era stato ferito alla testa durante la sparatoria di via Crivelli. Morta...
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Secondo l'accusa il movente sarebbe stata l'opposizione di Fabio e Roberta alla relazione della figlia con Tagliata, visto che il padre del ragazzo ha avuto problemi con la giustizia.
Giacconi, 49 anni, pilota con missioni in Afghanistan e in Iraq alle spalle, era ricoverato in condizioni disperate nell'ospedale di Torrette: proprio oggi il perito della procura Marco Valsecchi avrebbe dovuto compiere un approfondimento medico legale sulla traiettoria dei quattro colpi di Beretta cal. 9 x 21 che Tagliata aveva esploso contro il militare, uno dei quali l'aveva raggiunto alla nuca, mentre cercava scampo nel terrazzo di casa.
L'esame non si è svolto, e il pm Andrea Laurino ha disposto l'autopsia. Era invece morta sul colpo Roberta Pierini, ferita ad un fianco e a un braccio, e finita con un colpo alla testa, come in una vera e propria «esecuzione», quando era già a terra. Tagliata ha confessato subito. I carabinieri lo avevano fermato insieme alla ragazza nella stazione di Falconara marittima.
I due giovani erano arrivati insieme nell'appartamento di via Crivelli 9: lei gli aveva aperto la porta di casa e aveva assistito alla sparatoria, scappando poi con lui. Tagliata ha ammesso fin da subito di aver colpito i genitori della fidanzata, aggiungendo però che era stata lei a dirgli «spara, spara». La sedicenne nega questa circostanza, e sostiene (in questo caso le due versioni coincidono) che entrambi volevano solo «un chiarimento» con i genitori, contrari alla loro storia d'amore. Ora la posizione dei fidanzati si aggrava: entrambi diventano indagati per duplice omicidio aggravato, Tagliata anche per porto abusivo di arma da sparo.
Il 18enne è rinchiuso nel carcere di Camerino, la ragazza nell'Istituto di pena minorile di Nisida, a Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero