I nuovi segreti della tata-fotografa: gli scatti a colori di Vivian Maier

I nuovi segreti della tata-fotografa: gli scatti a colori di Vivian Maier
La fotografa che da qualche anno tutti conoscono e nessuno, però, ha mai conosciuto: Vivian Maier. Una bambinaia americana dall'accento francese nata nel 1926 che per...

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La fotografa che da qualche anno tutti conoscono e nessuno, però, ha mai conosciuto: Vivian Maier. Una bambinaia americana dall'accento francese nata nel 1926 che per tutta la vita ha scattato foto e non ne ha mai pubblicata una, fino alla sua morte nel 2009, quando a Chicago l'artista John Maloof ha trovato più di 100.000 sue immagini, tra positivi e negativi, scatenando un fenomeno tanto istantaneo quanto misterioso, fatto di mostre itineranti, libri e un documentario, Alla ricerca di Vivian Maier, candidato agli Oscar nel 2015 (e distribuito in Italia da Feltrinelli Real Cinema).


Ora, cinque anni dopo la nascita del fenomeno postumo, arrivano in Italia anche i suoi scatti meno conosciuti, quelli a colori. Li scopriamo attraverso un libro, Vivian Maier. A colori (Contrasto, 240 pagine, 22x27 cm, 49 euro), che esce in concomitanza con l'omonima mostra (a Milano da Forma Meravigli fino al 19 gennaio 2020). Non le sue immagini più famose, appunto, né probabilmente le più amate dai puristi del bianco e nero, ma sicuramente le più calde, le più malinconiche, le più immediate.



Dalle foto di Vivian Maier emerge sempre il suo sguardo timido e curioso, a volte ingenuo, a volte bizzarro. Sempre privo di sovrastrutture culturali dell'epoca, visto che non si contamina mai con i fotografi dell'epoca, nonostante ora ci sembri così prossima a Diane Arbus e Robert Frank. Maier appartiene all'estetica della street photography empatica, ma allo stesso tempo fa genere a sé: perché, da donna indaffarata in altro, la sua fotografia è fuga, è mania, è pulsione. Si fissa con gli anziani, forse per paura di invecchiare sola; con i manichini, forse per sfogare la sua presunta omosessualità repressa; e con i bambini, perché con loro passa le giornate. E poi l'autoritratto, mille modi per mostrare un volto sempre uguale.

Ai ragazzini che seguiva, scrive il critico Colin Westerbeck nell'introduzione al libro, lei diceva spesso: «Sono la donna del mistero». E i suoi segreti, racchiusi in questi scatti, sono la sua più grande forza, ancora più forte del franchising che hanno costruito intorno a lei. Le foto di Vivian Maier fanno venire un'infinita malinconia. O forse nostalgia, nostalgia di una vita che tutti vedono ma nessuno di noi ha mai vissuto.
 
Vivian Maier. A colori
A cura di Colin Westerbeck
Contrasto
22 x 27 cm
240 pagine
150 fotografie a colori
cartonato con sovraccoperta



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Il Messaggero