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La rete ci abbraccia estendendo le nostre possibilità a dismisura ma paradossalmente, proprio il web comporta sempre più insidie per la nostra sicurezza. L'ultima minaccia va ben oltre la mercificazione dei nostri dati personali, presentandosi come un rischio che mescola reale e virtuale, ritorcendo contro ignare vittime le potenzialità della rete. Ecco l'ambientazione scelta dal giornalista e scrittore Riccardo De Palo firma de Il Messaggero da pochi giorni in libreria con Sequestro virtuale (pubblicato da Linea edizioni, 15 pp.172), un tecno-thriller già presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
De Palo già autore de La confraternita della rosa nera (Marsilio, 2019) - costruisce un sapiente intreccio sul cosiddetto virtual kidnapping, ciò che si verifica quando ad una persona viene detto che un suo familiare è stato rapito, innescando una serie di minacce sempre più ardite.
I protagonisti
Andrea e Sara i due protagonisti del romanzo sono ragazzi assai diversi. Il primo è uno studente fuori sede appassionato di tecnologia, la seconda è la figlia di una facoltosa famiglia. Non si sono mai visti ma si troveranno al centro della trama ordita da un'organizzazione internazionale nella migliore tradizione del thriller adrenalinico. Sara verrà rapita proprio con la complicità del ragazzo sempre in bolletta e facilmente attratto da una ricompensa e nel giro di poche pagine, con una accelerazione della trama che tiene sempre viva la fiamma della suspense e omaggia i grandi maestri del genere, entrano in gioco Aisha - una ragazza di origini Tuareg, intima amica di Sara mentre il consulente informatico Dario Guerra e il detective della polizia postale, Silvano Fois, si attivano per ricostruire i fatti, risalendo alle tracce digitali del misfatto.
Il cattivo
Fra nickname, server non rintracciabili e cellulari usa-e-getta, De Palo mette in pagina la sua padronanza tecnologica (un glossario aiuterà anche il lettore analogico), spostando poi l'azione dallo schermo alla strada con la comparsa di un cattivo degno di nota, strizzando l'occhio alla cronaca e al suo incedere.
Nonostante le premesse, come evidenziano Monaldi & Sorti firmando la prefazione del romanzo, il vero motore di Sequestro virtuale non è «l'arsenale delle tentazioni digitali» ma l'umanità dei personaggi implicati che l'autore «dipinge in modo ben realistico e familiare», facendo perno su «un'umanità fragile, frivola, annoiata», spaesata e in cerca di evasione, disposta a tutto pur di stabilire un contatto e lanciarsi in un'avventura. Tutto, pur di sentirsi, finalmente viva. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero