Leggere l'ultimo libro di Alice Oxman ("Pieni poteri", Aliberti editore) è come scorrere il film di un pezzo di storia dell'Italia Repubblicana. Non...
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Alice Oxman, che è nata a New York ma vive a Roma da molti anni, si fa cronista minuziosa e, ricalcando l'esperienza di un libro già pubblicato nel 2006 sull'era Berlusconi, ricostruisce giorno dopo giorno il castello di carta di quei 16 mesi attraverso titoli di giornali, tweet, diaciarazioni tv, agenzie di stampa. Un diario vero e proprio, scandito momento dopo momento, dal quale riemerge l'Italia del populismo più spinto, governata dai like e dai follower del sovranismo. E' l'Italia della Nutella a Santo Stefano di Salvini, del rosario in piazza in sfida alla Chiesa, della Milano Marittima del leader della Lega sull'aquascooter della polizia (un anno dopo toccherà a suo figlio). Ma è anche l'Italia di un premier (Conte) con qualche problema di curriculum, e delle accuse di abusi edilizi e lavoratori in nero che tormentano la famiglia Di Maio. Sullo sfondo c'è l'Italia colpita al cuore dal crollo del ponte Morandi e l'Italia in lutto per l'omicidio Cerciello, l'Italia che piange Bertolucci e l'Italia che si divide su Battisti, mentre irrompe l'Italia delle Diciotti, Sea Watch, Sea Eye, Gregoretti e Open Arms, con i loro carichi di migranti e di polemiche, e poi i casi assurdi della vita, come quello della bimba rom colpita a Roma da uno sparo.
Vita di tutti i giorni e politica, annunci in salsa fake news e smentite, scontri al fulmicotone e riappacificazioni, tra battaglie per la Tav, il Tap, Reddito e Quota 100, da una parte, e le vicende di cuore dei leader giallo-verdi, dalla Isoardi che cede il passo a Francesca Verdini per Salvini, alla bionda Virginia al fianco di Di Maio.
Tutto scorre davanti agli occhi del lettore, e tutto si tiene nel sapiente intreccio che la Oxman ci consegna per non dimenticare. Quando perfino una vittoria a Sanremo era la miccia per una competition populista (Mahmood contro Ultimo) o il balcone di palazzo Chigi finiva per diventare il palco del leader per salutare la folla dei fedelissimi. Fino al comizio di Pescara, e alla richiesta di "pieni poteri" di Salvini al microfono di alcuni giornalisti. Pareva aprirsi una nuova stagione con il leader della Lega in corsa per palazzo Chigi, invece è andata diversamente e a palazzo Chigi ci è rimasto Conte, che l'accusa dei "pieni poteri" ora se la ritrova addosso per come ha gestito il Covid e l'Italia in lockdown. Ma questa, ovviamente, è un'altra storia.
("Pieni poteri" è disponibile escusivamente sulle piattaforme online) Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero