Le avventure tragicomiche di un padre separato che perde la bussola e cerca nella sua memoria le ragioni per ripartire. Le...
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per ripartire. Le racconta il giornalista Paolo Romano nel romanzo breve «La formica sghemba» pubblicato da Scatole Parlanti editore.
È il racconto intimo e crudo delle fragilità di un uomo che si ritrova da solo a crescere un figlio. Romano - che è nato a Roma nel 1974, ha studiato legge e chitarra jazz e scrive di musica su L'Espressò e l'Huffington Post - mette in scena, attraverso un punto di vista destrutturato, tradimenti e femminicidi, curati di campagna,
ragazzi padre, vita vissuta, vita che sarebbe dovuta essere vissuta e vita che verrà. E in mezzo tanta musica con alla fine del romanzo una playlist di riferimenti che suggeriscono il sottofondo per la lettura.
Tra note a piè di pagina spesso lunghissime e romanzi nel romanzo lo stile balza dal vernacolo al formale, dal sentimentale al grottesco. Perché proprio «La formica sghemba»? Schopenhauer racconta di questa curiosa specie di insetti che, se viene spezzata in due, entra in lotta con se stessa: la testa prova a mordere il corpo e quest'ultimo prova a difendersi pungendo la testa, finché altre formiche non le trascinano via. Ecco la percezione del
conflitto: nella difficoltà di vivere non capendo l'attualità e il proprio tempo sta il senso di questo romanzo breve che sarà presentato, fra le varie tappe, a Roma il 15 novembre alla libreria di Alessandra Laterza a Tor Bella Monaca.
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Il Messaggero