«I fumetti non servono a niente. Figuriamoci il resto». Sentenza di uno degli scarabocchi di Maicol&Mirco. Un format che conoscete tutti, più o meno...
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Dall'anno scorso Bao publishing ha iniziato a pubblicare gli scarabocchi, per una serie chiamata Opera Omnia, che punta a mettere su carta tutti gli scarabocchi mai esisti: nel 2018 è uscito Argh (192 pagine, 13x18cm, 14 euro) e quest'anno Sob (192 pagine, 13x18cm, 14 euro). Due libri da tenere vicino in caso di Apocalisse o drammi esistenziali: una bibbia pagana per capire la nostra contemporaneità.
Maicol&Mirco hanno voluto rispondere alle nostre domande disegnando tutte le risposte. Trovate, quindi, prima la versione disegnata e in seguito la versione trascritta.
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Uno, nessuno, centomila. Quanti sono Maicol&Mirco? Dobbiamo darvi il plurale maiestatis?
«Da piccolo ero sempre solo, così mi sono fatto un amico invisibile. E lo stesso ha fatto Mirco. I nostri amici invisibili hanno fatto amicizia. E così io e Mirco ci siamo conosciuti. Quindi non siamo due, ma quattro, due visibili e due invisibili».
Bisogna ridere o piangere di fronte agli scarabocchi?
«Guarda...Quelli che ridono poi si vergognano di non aver pianto. E quelli che piangono di non aver riso».
Non si conosce bene una cosa se non la si sa spiegare alla nonna. Quindi cosa sono gli scarabocchi, spiegati alla nonna?
«La morte del nonno. Morto dal troppo ridere».
Scarabocchi, ma anche forme minimale come in L'arcanoide e Palla Rossa Palla Blu. Il bel disegno non conta più?
«Il bel disegno è un sasso in bocca al significante».
"La morte è la tua unica proprietà", dite in una pagina di Sob. Siete davvero pronti anche voi?
«Oh, noi non moriamo. Ci siamo disegnati per l'eternità».
Ma non vi siete stufati del rosso? Se uno guarda troppi scarabocchi, soprattutto su monitor, esce rintontito.
«Ci si rintontisce di più a non leggere gli scarabocchi»
Marzullo, Nietzsche o Beckett?
«Si faccia una filosofia e si dia una risposta».
Al bagno, in treno, per strada: dove vi vengono le idee?
«Ovunque non ci siano testimoni. Le idee sono crimini».
Se invece finite in una scuola a raccontare il vostro lavoro, cosa dite a questi giovani ragazzi che un giorno saranno il nostro futuro? Consigli per la sopravvivenza?
(Silenzio)
«La scuola è il luogo dove si studia come studiare, una volta finita si inizia a studiare sul serio».
E voi, da giovani, cosa avreste voluto fare da grande? Siete soddisfatti di come siete diventati?
«Da giovani volevamo fare fumetti. E invece i fumetti si sono fatti noi».
LE INTERVISTE A FUMETTI DE IL MESSAGGERO
01. Zuzu: «Con il mio graphic novel Cheese mostro l'audacia dell'adolescenza»
02. Dario Campagna: «Disegnare vignette satiriche è come giocare al fantacalcio»
03. Miguel Angel Valdivia: «Disegnare è umano, inciampare è divino»
04. Sara Fabbri: «Per disegnare la Thailandia ho girato bendata per Bangkok»
05. Alberto Madrigal: «Anche quando preparo la colazione sto disegnando»
06. Rachele Aragno: «Le avventure della mia Melvina mi hanno aiutato a crescere»
07. Cristina Portolano: «Con i miei disegni racconto le sfaccettature della sessualità»
08. Maurizio Lacavalla: «Barletta è la mia Twin Peaks»
09. Holdenaccio: «Umberto, il mio rivoluzionario tenero e intergalattico»
10. Lorenza Natarella: «Non fidatevi delle mode, contano solo le storie»
11. Mirka Andolfo: «Sono fiera di fare fumetti e chiamarli così»
12. Silvia Rocchi: «Un graphic novel grande come un giornale per valorizzare ogni dettaglio»
13. Maicol&Mirco: «Siamo scarabocchi per l'eternità, non moriremo mai»
Tutti le risposte disegnate sono create dall'autore o dall'autrice per Il Messaggero. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero