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Sophie e Arpad Braun sembrano, in apparenza, una coppia perfetta. Lui ha un lavoro prestigioso in banca. E lei, che sta per festeggiare il quarantesimo compleanno, è un'affermata, e bellissima, avvocatessa. Vivono con i figli Isaak e Léa, rispettivamente di sette e quattro anni, in una casa da sogno, in una zona residenziale molto richiesta, sulle sponde del lago di Ginevra.
LA TRADUZIONE
Il nuovo romanzo di Joël Dicker, Un animale selvaggio, esce il 25 marzo per La Nave di Teseo, nella traduzione di Milena Zemira Ciccimarra. L'autore svizzero utilizza un espediente classico dei thriller: rivelare a poco a poco i segreti dei personaggi, il lato oscuro che si cela dentro di noi. Si conferma, nella lettura, lo stile che abbiamo imparato ad apprezzare, libro dopo libro. Anzitutto, centellinare ogni informazione, con cambi continui di piani temporali: il crescente effetto di suspense è assicurato. Nessuno è veramente come sembra. E nessuno è completamente buono o cattivo. Tutti hanno un lato nascosto, inconfessabile, che cercano di celare ad ogni costo.Ad appena 38 anni lo scrittore di La verità sul caso Harry Quebert ha venduto quindici milioni di copie dei suoi sei romanzi precedenti, tradotti in quaranta lingue. E ora è diventato anche l'editore di sé stesso con il marchio Rosie & Wolfe, dopo la morte di Bernard de Fallois, che ha creduto in lui sin dall'inizio. Chiuso il ciclo del personaggio di Marcus Goldman - alter ego ideale dell'autore - con Il caso Alaska Sanders, Dicker torna con un nuovo thriller, ambientato tra la sua Ginevra, Saint-Tropez e l'Italia. Chi è l'animale selvaggio del titolo? Chi è l'uomo misterioso che spia la «casa di vetro» dei Braun, e si presenta con un regalo inaspettato?
LA PRESENTAZIONE DELL'AUTORE
Dicker, nell'annunciare la pubblicazione, ha definito Un animale selvaggio «un libro fondamentale per me»: «Chi ha letto i miei romanzi precedenti ritroverà l'atmosfera familiare dei miei libri: è un polar, è un thriller, è una grande avventura e soprattutto un libro che ruota attorno ai personaggi della storia.
Dicker dissemina indizi, false piste, e poi rimescola le carte, in un gioco di prestigio che lascia il lettore imbambolato. La prima strada da seguire è il passato di entrambi i protagonisti, a Saint-Tropez; la fuga troppo repentina per non sembrare sospetta, di lui; e l'improvvisa svolta nella carriera a Ginevra, di lei. Quali sono i loro segreti? E quale sarà il casus belli che farà precipitare tutto in un gioco al massacro? «Bisogna sempre guardarsi dagli animali feriti. Quando sono in questo stato sono più pericolosi».
GLI ALTRI PERSONAGGI
Dicker racconta dei personaggi di contorno che hanno anche la statura di degni comprimari. Eric, il poliziotto delle forze speciali troppo sensibile alla bellezza femminile, e al sesso sadomaso. Fauve, il rapinatore seriale così attraente, con il suo alone di creatura luciferina. Ma, avverte l'autore, bisogna guardarsi da certi animali selvaggi che incontriamo sul nostro cammino: «Non sono come gli esseri umani. Si possono ammansire, mascherare, dissimulare. Li si può nutrire di amore e di speranza. Ma non si può cambiare la loro natura». Anche se fa parte della loro strategia, del loro fascino, farci credere di poterli indurre a cambiare vita.
Il Messaggero