Viveva in auto: imprenditore gli trova una casa e lo assume come cuoco nel pub Gli appelli su Fb

Erasmo Berti
A volte a porgerci la mano in caso di bisogno è qualcuno che proprio non ci aspettavamo. Così è successo a Vittorio, nome di fantasia, che viveva dentro una...

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A volte a porgerci la mano in caso di bisogno è qualcuno che proprio non ci aspettavamo. Così è successo a Vittorio, nome di fantasia, che viveva dentro una macchina dietro al teatro di Latina. Aveva perso il lavoro e perso la casa e tutto quello che gli restava era l'abitacolo della sua auto dove dormire, mangiare e trascorrere la giornata. Fino a che non ha conosciuto il titolare del pub Bivio, Erasmo Berti, e la sua vita è cambiata. Ora ha una casa, di cui potrà usufruire a titolo gratuito fino a settembre, e anche un lavoro.


L'INCONTRO
«Tutto è iniziato dopo il video che ho pubblicato su Facebook in cui ho raccontato di aver trovato casa a una coppia che viveva in auto in via Amaseno racconta Berti, che non appartiene a nessuna associazione di volontariato -. Non me lo sarei mai aspettato, ma dopo quel racconto sono arrivate decine di offerte di persone disposte a mettere a disposizione un appartamento senza volere niente in cambio. Il tutto in piena emergenza Covid. Dopo aver trovato una soluzione ai miei primi due nuovi amici, mi hanno segnalato il caso di Vittorio, 59 anni, che da 80 giorni viveva nella sua macchina vicino al D'Annunzio. Non ho fatto tante domande, gli ho solo chiesto di cosa avesse bisogno e naturalmente la risposta è stata: una casa».


A quel punto Berti ha ricontattato coloro che si erano messi a disposizione per offrire una casa alla prima coppia e ha trovato un costruttore disposto a cedere un monolocale con terrazzo nel centro di Latina a titolo gratuito fino a settembre. Dopo quella data Vittorio pagherà un affitto minimo concordato. Il trasloco è avvenuto un mese e mezzo fa, nell'incredulità di entrambi che nel frattempo sono diventati amici.

NASCE UN'AMICIZIA
«Ogni tanto passavo a salutarlo riferisce Berti e altre volte lui mi veniva a trovare al locale». Ma non è finita qui, perché l'imprenditore filantropo non si è messo l'anima in pace neanche dopo aver trovato a Vittorio un tetto sotto il quale dormire e gli ha anche offerto un lavoro.

IL LAVORO

«Quello che mancava a Vittorio per tornare ad una vita normale continua Berti era un lavoro. Così piano piano l'ho inserito nel Bivio come cuoco senza raccontare agli altri dipendenti la sua storia, così da tutelarlo. Ha iniziato da poco e abbiamo anche festeggiato insieme il suo compleanno nel locale. Per il momento gli ho fatto un contratto a chiamata per testarci a vicenda prima dell'assunzione, ma si è già integrato e va alla grande. Lui è abituato a lavorare nella ristorazione e sa fare anche più cose di quelle che facciamo noi nel pub bistrot, ma si trova bene perché si sente in famiglia. Anche se è stato fermo per un po', la cucina è come andare in bicicletta: basta un attimo e sei di nuovo in pista». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero