Video di solidarietà al clan dopo gli arresti, indaga la Questura: chiesta la rimozione

Un frame del video
Un video che inneggia alla criminalità con espliciti riferimenti e rapine, droga, pentiti traditori. Uno slang che scimmiotta i rapper nel tentativo di arrivare ai...

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Un video che inneggia alla criminalità con espliciti riferimenti e rapine, droga, pentiti traditori. Uno slang che scimmiotta i rapper nel tentativo di arrivare ai giovanissimi con un linguaggio diretto, intriso di riferimenti a persone reali.

La Questura di Latina indaga sul video pubblicato su Youtube a firma dei "TR4", intitolato "Zona". E' stata già informata la Procura di Latina: la polizia Postale potrebbe intervenire a breve oscurando il filmato.

In un giorno ha raccolto oltre duemila visualizzazioni, ma soprattutto sta rimbalzando tra social e chat creando curiosità tra i cittadini di Latina. Nel video si vedono diversi ragazzi giovanissimi, alcuni con il volto coperto da passamontagna. Le parole corrono veloci su immagini inquivocabili, oro e soldi in quantità, contanti spartiti come avviene nei clan al termine di rapine, estorsioni o spaccio di droga.

Più che finzione, gli investigatori ritengono che si tratti di un filmato di solidarietà dopo gli arresti avvenuti pochi giorni fa nell'ambito dell'operazione "Reset" che ha colpito ancora una volta la famiglia Travali che gestiva insieme ai Di Silvio il traffico di droga.

Il video, non a caso, è girato ai "Palazzoni", come tutti chiamano le case popolari nel quartiere Q4. Qui i Travali avevano il loro quartier generale, qui gestivano lo spaccio di droga attraverso una fitta rete di pusher di fiducia legati al clan criminale.

«Rispetto la strada, faccio una rapina a mano armata… no contatti, solo contanti… c’ho un amico e di sicuro non è pentito». Questo il tenore del brano rap che sottolinea il "tradimento" dei pentiti, ormai 4, che hanno consentito alla polizia di scardinare il clan Di Silvio e la famiglia Travali.

«Se sei in zona mia faccio bang bang bang», o anche «c'ho in mano un fero pronto, siamo cresciuti nella fame, tra coltelli e lame», urlano i rapper. E ancora «Latina è cosa nostra», in riferimento al potere del clan.

La Squadra Mobile di Latina indaga ed è già stata avviata l'identificazione dei ragazzi che si vedono nel filmato pubblicato su Youtube.

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Il Messaggero