Le parole del vescovo a sindaci e commissari: dura risposta a Stefanelli sul caso Al Karama

Le parole del vescovo a sindaci e commissari: dura risposta a Stefanelli sul caso Al Karama
Il vescovo Mariano Crociata, ieri ha dovuto rinunciare in exremis a presiedere la messa del primo dell'anno, tradizionalmente dedicata agli amministratori pubblici e...

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Il vescovo Mariano Crociata, ieri ha dovuto rinunciare in exremis a presiedere la messa del primo dell'anno, tradizionalmente dedicata agli amministratori pubblici e rappresentanti delle parti sociali. Colpa dell'influenza. Ma l'omelia era pronta ed è toccato al vicario don Enrico Scaccia condividerla con i presenti.

Parole dure, contro il presidente della Provincia, Gerardo Stefanelli, seppure senza mai citarlo apertamente. Motivo? Le dichiarazioni durante la conferenza di fine anno sul caso Al Karama: «Mentre la Provincia ha messo a disposizione l'ex Rossi Sud - aveva detto Stefanelli - sospendendo anche il bando per l'incubatore di impresa, e il commissario ha avviato gli atti per il nuovo sito, non ho visto il terzo settore. Le associazioni dove sono? E il terzo settore? E la Chiesa? Questo non è solo un problema politico ma della comunità. Un problema di civiltà».

La risposta è arrivata ieri pomeriggio. «Oggi più che mai è in gioco il nostro stare insieme e il nostro modo di farlo» ha scritto Crociata riprendendo l'invito del Papa a «tracciare insieme sentieri di pace», rimettendo «al centro la parola insieme» perché ormai viviamo «in un mondo nel quale nessuno può da solo risolvere anche uno soltanto dei grandi problemi che ci affliggono». Parla del covid, della guerra in Ucraina e dice «queste, come altre, sono crisi «interconnesse», scrive il Papa, perché le cause si intrecciano tra loro e non sono riconducibili a una sola, e solo da un concorso di volontà e di collaborazione di molti, e anzi di tutti, può venire la loro soluzione».

Crociata cita la situazione generale, ma poi punta su quella locale senza giri di parole. «Se guardiamo al mondo più vicino a noi, al nostro territorio, colpisce che ancora una volta, in questi giorni, qualcuno, con ruoli istituzionali o comunque pubblici, sia intervenuto elencando tutti i responsabili di certe cose che non vanno, e guarda caso nell'elenco ci sono tutti tranne chi parla o scrive. E questo non fa altro che alimentare la contrapposizione e la polemica tra chi è bravo e chi non lo è, nella logica della ricerca di uno o più colpevoli, e della sistematica autoassoluzione».

«Le cose non funzionano così - spiega Crociata - non stanno così, e in questo modo non se ne esce. Un tale modo di procedere, peraltro, diventa anche fonte di sviste e di errori, come quando si mette anche la Chiesa nella serie, mentre invece essa è stata sempre in prima linea nell'affrontare problemi sociali di ogni genere, a volte anche svolgendo un ruolo di supplenza rispetto alle istituzioni. Tutti abbiamo da migliorare e da imparare, anche noi Chiesa naturalmente, ma sulla base del riconoscimento della realtà dei fatti e non della sua falsificazione o del suo occultamento».

Parole durissime. Non ha gradito Crociata essere tirato in ballo per la vicenda Al Karama visto che tocca al Comune trovare la soluzione per le 19 famiglie rimaste senza una casa, o che comunque tocca a tutti insieme, Provincia compresa.

Poi un consiglio: «Se dovessi indicare alcuni ambiti della vita della comunità civile pontina nei quali è necessario far crescere la volontà e l'impegno a lavorare insieme, lasciandoci coinvolgere tutti, credo di doverne indicare almeno tre. L'amministrazione di alcune nostre città, che non meritano di essere private di governo ordinario; poi l'efficienza degli apparati burocratici, sia pubblici che privati, dai quali dipende l'erogazione di servizi essenziali per la vita dei cittadini e dell'intera comunità; infine, il contrasto non solo repressivo ma educativo di quei comportamenti che alimentano l'illegalità e la corruzione, nel piccolo e nel grande. In questi ambiti tutti siamo chiamati in causa, poco o molto, direttamente o indirettamente».


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