Urla Allah Akbar mentre tenta di far esplodere una villetta: arresto convalidato

Urla Allah Akbar mentre tenta di far esplodere una villetta: arresto convalidato
 Arresto convalidato e misura cautelare in carcere confermata per Khattab Abdalla Ahmed Abdalla, l'egiziano di 27 anni che sabato ha tentato di far esplodere...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
 Arresto convalidato e misura cautelare in carcere confermata per Khattab Abdalla Ahmed Abdalla, l'egiziano di 27 anni che sabato ha tentato di far esplodere un'abitazione in via delle Marne a Fondi al grido di “Allah Akbar”. L'uomo resterà dunque ristretto presso il carcere di via Aspromonte.


Arrivato in città sul treno regionale per festeggiare la fine del Ramadan, lo straniero sarebbe rimasto in zona senza un vero scopo, vagando tra periferie desolate e costellate di discariche abusive fino a raggiungere l'abitazione di due giovani appena convolati a nozze. Senza documenti e con in tasca un biglietto del treno timbrato a Bracciano, per gli investigatori coordinati dal neonominato dirigente Franco Pellegrino ricostruire la storia di Khattab Abdalla Ahmed Abdalla è stato tutt'altro che semplice.

Apparentemente residente in via Trionfale a Roma e altrettanto apparentemente impiegato presso un piccolo negozio di ortofrutta della Capitale, il 27enne era in attesa di ricevere il rinnovo del permesso di soggiorno. Non è chiaro se lo straniero volesse effettivamente rubare qualcosa in casa dei due novelli sposini ma sta di fatto che, quando è stato sorpreso, solo per un soffio non è riuscito a far esplodere un bombolone da 600 litri di gpl.

Perché, alla vista degli agenti, l'egiziano abbia cominciato a inneggiare all'Isis resta un mistero. Sta di fatto che dal momento dell'arresto fino alla consegna alla polizia penitenziaria, l'egiziano non ha mai smesso di chiamare in causa Allah, la verità suprema e l'integralismo islamico.

  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero