Latina pensa al nuovo Prg con il supporto dell'Università La Sapienza

Alberto Budoni, professore universitario
Anni di sviluppo incontrollato, inchieste giudiziarie e mancanza di una vera politica urbanistica hanno portato Latina a un totale immobilismo in tema di sviluppo. Ora però...

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Anni di sviluppo incontrollato, inchieste giudiziarie e mancanza di una vera politica urbanistica hanno portato Latina a un totale immobilismo in tema di sviluppo. Ora però c'è la volontà concreta di gettare le basi del futuro attraverso un piano strategico che sarà il seme del nuovo, atteso, Piano regolatore generale. Per questo motivo è stata attivata una convenzione tra Comune e Università attraverso il progetto Urban Center. 


«L'obiettivo - spiega l'architetto Alberto Budoni, professore universitario della Sapienza responsabile del progetto - è avviare un confronto e uno scambio di idee sullo sviluppo del territorio, coinvolgendo i tecnici ma anche la città nel suo complesso, attraverso un percorso di partecipazione».

La prima fase del progetto è stata caratterizzata da 5 incontri virtuali che hanno coinvolto tecnici, rappresentanti delle istituzioni, imprenditori, sindacati, dirigenti con l'obiettivo di illustrare le finalità del piano e le modalità di azione illustrando, in particolare, le attività della seconda parte che sarà avviata in autunno. «Ora - spiega Budoni - passeremo alla fase operativa attraverso la creazione di tavoli tecnici che ci consentiranno di confrontarci su idee e proposte per lo sviluppo del nostro territorio, considerando non solo l'aspetto urbanistico ma anche socio-economico e ambientale».

La città, negli ultimi anni, è stata travolta da indagini che hanno riguardato la speculazione edilizia, i favori per ottenere cubature, fino ad arrivare all'annullamento dei piani particolareggiati. Come si potrà far ripartire l'edilizia attraverso uno sviluppo urbanistico ragionato?


«E' proprio questo il nostro punto di partenza - risponde Budoni - la situazione a Latina è disastrosa, frutto di una frammentazione estrema che ha portato gravi conseguenze. Quello che è successo negli ultimi decenni, dal punto di vista urbanistico, è disastroso per una serie di ragioni, dai progetti sbagliati, agli insuccessi di carattere tecnico fino ad arrivare all'illegalità, è accaduto di tutto. La situazione che abbiamo davanti è molto complessa, secondo la mia opinione, soprattutto perché c'è una frammentazione totale. Per ripartire con una pianificazione dobbiamo affrontare diversi ostacoli, ad esempio lo scarso personale del Comune. Da poco è stato messo in piedi l'ufficio di piano con molta fatica, ma ad esempio non c'è un sistema informativo territoriale in grado di restituire dati in modo efficiente. Nonostante questi limiti la scelta di pensare a una pianificazione strategica, propedeutica a un nuovo piano regolatore, è apprezzabile. Il percorso è iniziato, ci vorrà del tempo, ma puntiamo a un coinvolgimento della città». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero