"Tore ‘e Crescienzo. Il primo camorrista", un romanzo dal Regno di Napoli a Ponza

La copertina del libro
Il passaggio dal regime borbonico a quello sabaudo nel regno di Napoli raccontato da Franco Schiano nel romanzo breve "Tore ‘e Crescienzo",  (Ali Ribelli, 120...

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Il passaggio dal regime borbonico a quello sabaudo nel regno di Napoli raccontato da Franco Schiano nel romanzo breve "Tore ‘e Crescienzo",  (Ali Ribelli, 120 pagine, 10 euro , illustrato con le stampe d’epoca di Pasquale Mattei). L’autore  percorre con scrittura agile e avvincente  la storia di Tore, al secolo Salvatore De Crescenzo, il camorrista con cui lo Stato stringe un accordo per mano di Liborio Romano, figura chiave del regno borbonico: capo della polizia e ministro dell’Interno.


Una trattativa  segreta con Cavour e con Garibaldi,  del quale prepara l’ingresso trionfale  a Napoli e l’annessione al regno sabaudo. Francesco di Borbone si rifugia a Gaeta dove tenta un’ultima, disperata resistenza. Nella fase di transizione, Romano affida a Tore ‘e Crescienzo il mantenimento dell’ordine pubblico ma il personaggio è imbarazzante e, non appena il potere sabaudo si stabilizza, viene liquidato: Tore è prima incarcerato, poi mandato al soggiorno obbligato a Ponza, l'isola nella quale l'autore del romanzo vive.

Il romanzo si apre con l’uscita dal carcere di Tore e l’imbarco sul vapore che lo condurrà a Ponza; la carretta del carcere attraversa una Napoli ancora assonnata ma risonante di voci, di messaggi in codice, di rituali camorristici. A Ponza risiedono altri camorristi e Tore tornerà ad assumere il ruolo di capo dell’organizzazione. Altre forze sono all’opera: Francesco e la regina Sofia, a Gaeta, tentano di riprendere il potere; dal limitrofo stato pontificio arrivano rinforzi; Tore può ancora essere una pedina preziosa.

Il romanzo scorre veloce, e con questo lavoro Schiano  prosegue  una ricerca sulla storia delle isole ponziane iniziata diversi decenni fa con "Luigi Verneau martire Ponzese" (pubblicato nel 1973 ). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero