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Carte troppo compromettenti che dovevano sparire al più presto per evitare conseguenze. Così la sindaca Roberta Tintari decise di intervenire personalmente occultando i verbali di una riunione di Giunta nei quali si parlava dell’abusivismo all’Arena del Molo di Terracina. Era sotto osservazione e su questo si basa una parte delle accuse che la Procura di Latina avanza proprio nei confronti della prima cittadina finita agli arresti domiciliari con altre cinque persone. Sull’indagine che scoperchia la rete corruzione nel comune del litorale pontino ora vengono fuori nuovi particolari.
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I PASTICCI
Era il 25 settembre 2019 e la Tintari era ancora sindaco facente funzioni (fu poi eletta nel 2020 dopo il ballottaggio): la Giunta comunale quel giorno si riunì per affrontare il problema dell’abusivismo all’Arena del Molo. La Guardia Costiera aveva già effettuato le sue verifiche e la Tintari, secondo la ricostruzione dell’accusa, tentò di insabbiare tutto, facendo sparire le carte più a rischio, probabilmente con l’aiuto di qualcuno. Secondo il giudice Castriota, che nell’ordinanza di custodia cautelare ne ha tracciato un profilo, la sindaca risulta «ottimamente inserita all’interno del sistema dì collusioni e interferenze tra imprenditoria e amministrazione comunale».
IL GRUPPO
È lei il vertice del gruppo, riesce a «intessere rapporti dì natura collusiva con numerosi imprenditori» con l’obiettivo di «soddisfare la sfera di interessi dei privati in cambio di appoggio elettorale».
I CONTRIBUTI
Nel caso dei contributi per il servizio di salvamento sulle spiagge emerge, secondo il giudice del tribunale di Latina, il carattere e la capacità della Tintari. «La vicenda - scrive il gip - ha consentito di porre in risalto, in maniera lampante ed emblematica, le relazioni di reciproca convenienza tra amministratori pubblici e imprenditori locali». In quella circostanza fu erogato un contributo di circa 48.000 euro senza indire una regolare procedura pubblica, un’operazione che «sarebbe servita a ottenere consensi in vista delle successive consultazioni elettorali».
Anche quando ricoprì la carica di vicesindaco, quando l’attuale europarlamentare Nicola Procaccini era primo cittadino, Tintari dimostrò di «disporre della connivenza di colleghi, ai quali si è rivolta non solo per soddisfare richieste illegittime del proprio elettorato ma anche per soddisfare interessi privati a scapito degli interessi della collettività, facendo mercimonio della propria funzione e infrangendo il rapporto di fiducia con chi le ha accordato il potere pubblico» scrive il giudice nell’ordinanza descrivendo la sindaca come una «personalità spregiudicata e particolarmente propensa al reato pur di soddisfare i propri interessi». Gli incontri per pianificare favori e iniziative si organizzavano, in alcuni casi, anche all’interno del palazzo comunale.
IL PROGETTO DISCUSSO
Tra le accuse della Procura c’è anche la realizzazione di un ponte ciclopedonale grazie a un finanziamento europeo, un progetto inizialmente previsto come miglioramento delle aree di sbarco dei pescherecci, ma poi indirizzato verso una pista ciclopedonale con un passaggio sopraelevato. Intanto si attendono gli interrogatori di garanzia che sono stati fissati per lunedì con i primi tre arrestati: Roberta Tintari, Gianni Percoco e Corrado Costantino.
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