Strage di Cisterna, a giudizio i medici che consentirono la restituzione dell'arma a Capasso

Strage di Cisterna, a giudizio i medici che consentirono la restituzione dell'arma a Capasso
Sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo i due medici che hanno firmato i certificati necessari al rilascio del permesso per l’arma di ordinanza...

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Sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo i due medici che hanno firmato i certificati necessari al rilascio del permesso per l’arma di ordinanza a Luigi Capasso, il carabiniere che a febbraio 2018 a Cisterna ha sparato alla moglie Antonietta Gargiulo, ferendola, per poi uccidere le figlie Alessia e Martina di 13 e 7 anni.

Quintilio Facchini e Chiara Verdone, rispettivamente medico di famiglia dell’uomo e medico militare nel servizio di infermeria del presidio di Velletri, lo avevano sottoposto a visite mediche pochi mesi prima della strage dando il via libera alla restituzione della pistola che gli era stata ritirata pochi mesi prima dopo una denuncia della moglie.

Oggi il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Mario La Rosa ha accolto la richiesta della Procura rinviando entrambi a giudizio. Il processo inizierà il 16 marzo del prossimo anno davanti al giudice monocratico Fabio Velardi. La Gargiulo, unica sopravvissuta alla strage, si è costituita parte civile.

Nella foto l'uomo con la moglie, unica sopravvissuta alla strage, e le loro due bambine. Capasso le ha uccise, quindi si è tolto la vita dopo essere stato per ore barricato in casa. La donna ha lasciato Cisterna per tornare nel paese di origine in Campania e non è mai più voluta tornare nella città dove le sue figlie sono state uccise.

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Il Messaggero