Olimpia. Spinte e gomitate ai cronisti, tensione davanti al carcere di Latina

Giuseppe Di Rubbo urla contro i cronisti davanti al carcere di Latina dove è stato rinchiuso
Hanno ceduto alla tensione, prendendosela con giornalisti e fotografi che stavano documentando un fatto di cronaca di enorme rilievo: la scarcerazione di ex amministratori e...

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Hanno ceduto alla tensione, prendendosela con giornalisti e fotografi che stavano documentando un fatto di cronaca di enorme rilievo: la scarcerazione di ex amministratori e imprenditori coinvolti nel più importante scandalo giudiziario degli ultimi vent'anni.


I parenti e gli amici dell'ex assessore Giuseppe Di Rubbo, davanti al carcere di via Aspromonte dove Di Rubbo è stato rinchiuso per 2 settimane, non si sono limitati a coloriti insulti ma hanno alzato le mani: spintoni per allontanare gli operatori e addirittura una gomitata al petto per tentare (inutilmente) di far tacere un cronista.


Un fatto del genere non è accaduto neppure nei recenti sequestri che hanno coinvolto il clan Di Silvio (quando erano schierate decine di agenti), e invece è accaduto dopo l'arresto di politici e quotati amministratori.
Se i parenti hanno alzato le mani, come si vede nei numerosi video che circolano sul web, anche l'ex assessore di Forza Italia Giuseppe Di Rubbo non si è risparmiato avvicinandosi faccia a faccia al cronista: «Te ne devi annà, tene devi annà» ha scandito spingendo indietro il giornalista, mentre un altro uomo interveniva con una gomitata per poi defilarsi rapidamente. «E basta e basta!» urlavano gli altri presenti.

Molto più composta la reazione di Massimo Riccardo che, ironicamente, uscendo dal carcere, ha risposto ai giornalisti: «Sono stato benissimo!». Poi la compagna l'ha invitato a tacere.

Problemi anche davanti al carcere di Velletri dove un fotografo che aspettava l'uscita dell'ex dirigente del Comune Rino Monti è stato allontanato e preso a male parole da alcuni familiari. Un lungo abbraccio tra l'imprenditore Vincenzo Malvaso e i suoi familiari all'uscita dello stesso carcere, poi le prime parole con un ringraziamento al suo legale Renato Archidiacono che è andato personalmente ad aspettare l'uscita di Malvaso. I detenuti sono stati in carcere esattamente 2 settimane. Ieri sono stati liberati, dai domiciliari, anche Andrea Capozzi e Giovanni Di Giorgi.


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Il Messaggero