Spettacoli fermi, i tecnici pontini protestano

Giovanni Oliveto e Stefano Venditti
In piazza San Giovanni a Roma, sfidando la pioggia battente di sabato, c'erano anche i lavoratori dello spettacolo di Latina, insieme ad altri centinaia di donne e uomini che...

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In piazza San Giovanni a Roma, sfidando la pioggia battente di sabato, c'erano anche i lavoratori dello spettacolo di Latina, insieme ad altri centinaia di donne e uomini che chiedono sostegno e certezze per il futuro. La storia di Giovanni Oliveto e di Stefano Venditti, rispettivamente tecnico delle luci e macchinista teatrale, è comune a tanti che amano questo lavoro e che, ancora dopo molti anni, si ritrovano senza contratti e senza tutele, free lance, con contratti a chiamata delle cooperative, occupazioni intermittenti e la precarietà che diventa l'unica possibilità di vita. Ora, più di altri, scontano la crisi determinata dall'emergenza sanitaria del coronavirus.


Dai primi di marzo niente più tournée né concerti, bloccati gli spettacoli a teatro e quelli dal vivo, bloccate le fiere, i festival, gli eventi. Il lavoro non c'è più, non c'è cassa integrazione per loro e non ci sono neppure buone prospettive per l'immediato futuro. Giovanni e Stefano avevano lavorato al teatro di Latina per moltissimi anni, lo hanno quasi visto nascere ed erano, insieme ad altri colleghi, dei punti di riferimento. Ne avevano già affrontate di tempeste, la prima con la fine ingloriosa dell'esperienza della Fondazione nel 2011. Da qui si sono dovuti reinventare da soli un lavoro, si sono iscritti a cooperative, hanno girato l'Italia e il mondo con le compagnie teatrali o con grosse aziende che organizzano eventi.

«Questo è il secondo grosso schiaffo nella nostra vita lavorativa - racconta Giovanni - Ora ci troviamo da marzo, come tutti i lavoratori dello spettacolo, ci ritroviamo in stand by. Ci siamo ritrovati a casa per la quarantena ma andremo avanti così temo fino a dopo l'estate. Non partirà niente. Fino ad ora abbiamo ricevuto a marzo 600 euro. Siamo andati in piazza a Roma con il comparto dello spettacolo di Roma perché vorremmo avere aiuti concreti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero