Sottopasso ferroviario ancora chiuso a Casello 45, residenti furiosi: "Ci sentiamo in prigione, il quartiere sta morendo"

Sottopasso ferroviario ancora chiuso a Casello 45, residenti furiosi: "Ci sentiamo in prigione, il quartiere sta morendo"
Di nuovo sul piede di guerra i residenti di Casello 45, tra Aprilia e Nettuno. I lavori del sottopasso ferroviario sono terminati, ma l’opera non è stata ancora...

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Di nuovo sul piede di guerra i residenti di Casello 45, tra Aprilia e Nettuno. I lavori del sottopasso ferroviario sono terminati, ma l’opera non è stata ancora aperta. I cittadini si sentono in prigione da ben 4 anni ed ora chiedono l’ennesimo confronto con Rete Ferroviaria Italiana, Città Metropolitana e Regione Lazio: “Sono loro a non darci risposte da mesi – spiega Beatrice Vitali del Comitato di Quartiere Sandalo – è necessario un confronto per capire perché il sottovia resta ancora chiuso. Non possiamo continuare a vivere così come fossimo in un ghetto – dice il comitato – la nostra zona sta morendo. Siamo pronti a scendere in strada per protesta”. Il cantiere è stato fermato il 13 luglio scorso, c’erano 60 giorni di tempo per ultimare l’opera, ma ad oggi tutto resta fermo.


“Nessuno più lavora al cantiere -  spiega Beatrice Vitali – tutto è confuso e approssimativo, stiamo cercando di ottenere presto un incontro congiunto con le parti. Abbiamo ottenuto già la disponibilità del sindaco di Nettuno, Coppola e di quello di Aprilia, Terra. Non è possibile aspettare oltre, devono mettersi seduti uno di fronte I'altro e darci precise informazioni sul motivo per il quale ad oggi il sottovia continua a restare chiuso”. “Ci giungono voci sommarie – aggiunge la Vitali - riguardo ad un grande problema relativo al deflusso delle acque, ma vogliamo che questa motivazione venga resaa ufficiale e vorremmo sapere anche cosa si sta facendo per risolvere il problema”. Dunque i residenti promettono battaglia, “fino a quando non sarà aperto il sottovia – conclude il comitato Sandalo – siamo pronti a lottare, scenderemo in strada. Non ci arrendiamo”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero