FONDI - Un patrimonio sproporzionato e incongruente rispetto ai redditi dichiarati: sono partite da questo emblematico spunto le indagini dei finanzieri del Comando Provinciale...
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«Tripodo – si legge più nello specifico nella nota della Finanza - quale vertice di una struttura mafiosa operante nel basso Lazio, finalizzata ad acquisire la gestione ed il controllo di attività economiche e commerciali, anche avvalendosi del condizionamento operato all’interno del Comune di Fondi negli anni passati, è riuscito ad imporre le logiche mafiose in un territorio molto distante dalla Calabria. Anche per tali fatti, nel giugno 2013, la Corte D’Appello di Roma condannava il Tripodo alla pena di 10 anni di reclusione in quanto ritenuto responsabile - tra l’altro - del reato associativo di cui all’art. 416 bis. All’esito degli accertamenti, l’Autorità Giudiziaria capitolina richiedeva al Tribunale di Latina, ai sensi del Codice Antimafia, l’emissione di apposito decreto ablativo nei confronti del boss nonché dei relativi familiari». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero