Blitz della polizia locale, sgomberati i clochard e rimosse le panchine

Lo sgombero tanto atteso è arrivato. Non è il primo e chissà se sarà l'ultimo, ma il decoro è tornato da ieri nel giardino di via don...

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Lo sgombero tanto atteso è arrivato. Non è il primo e chissà se sarà l'ultimo, ma il decoro è tornato da ieri nel giardino di via don Morosini facendo tirare un sospiro di sollievo a residenti ed esercenti del quartiere.


L'area è stata liberata da accampamenti, buste, tende e valigie e tutto ciò che le persone senza fissa dimora avevano accumulato nel tempo. Qualcosa è finito nei cassonetti (la polizia locale infatti era arrivata in viale don Morosini con diversi addetti e mezzi di Abc), qualcos'altro sono riusciti a conservarlo allontanandosi faticosamente. A quel punto è partito il getto degli idranti degli operatori dell'Azienda speciale.

In poche ore una delle tre piazzette lungo la strada, la più grande, quella dove c'è il busto di Sandro Pertini a cui è intitolata l'area verde è stata ripulita. A quel punto è scattata la seconda fase del piano: è arrivato un fabbro che ha staccato le panchine dalla base di cemento con una sega elettrica consentendo agli addetti di Abc di rimuovere le sedute che sono state caricate su un camion e portate via con l'obiettivo di scoraggiare il ritorno dei clochard nella notte.

La stessa cosa è avvenuta contestualmente sotto i portici dell'Intendenza di finanza che affacciano su Piazza del Popolo. Li un paio di panchine erano state trasformate in bivacchie anche li il materiale che non è stato portato via è stato buttato. Nei prossimi giorni invece l'operazione riguarderà le altre due aree di via Don Morosini, sempre che gli occupanti non decidano spontaneamente di allontanarsi. Il "problema" per ora si è però solo spostato, perché alcuni dei senza fissa dimora, con i loro fagotti, i loro cartoni e le borse, si sono appoggiati a una manciata di metri di distanza, sulle panchine del parcheggio di via Toti.
L'auspicio è che accettino di recarsi al dormitorio per l'emergenza freddo allestito dalla Croce Rossa accanto allo stadio, ma è un'opzione già tentata e purtroppo fallita. «Dieci giorni fa abbiamo diffidato queste persone ha spiegato il commissario straordinario del Comune Carmine Valente e ora, trascorso il tempo previsto dalla normativa, abbiamo provveduto allo sgombero degli spazi pubblici occupati abusivamente». Il nuovo regolamento di polizia urbana ha reso infatti più stringenti le misure contro bivacchi e accampamenti abusivi in centro e più severe le conseguenze per chi trasgredisce, che rischia sanzioni e daspo urbano.

Al momento dell'arrivo degli agenti della polizia locale e degli operatori del Pronto intervento sociale, ieri mattina, erano presenti non più di cinque clochard, tra cui due donne di cui una disabile in sedia a rotelle. Ma sulla carta i senza fissa dimora censiti solo in questa zona sono circa 12, alcuni dei quali con problemi di salute e disagi psichici, 30 in tutta la città, dislocati in altre aree già conosciute e monitorate dal Pis e dalla polizia locale.

Una soluzione definitiva però non è neppure all'orizzonte. Quella di via Don Morosini del resto non è certo una criticità nuova e negli anni le condizioni si sono solo aggravate. La gran parte degli occupanti rifiuta sistematicamente da tempo ogni forma di sostegno per affrontare almeno l'emergenza abitativa. Ed è sempre più complesso dunque calibrare e programmare interventi che rispettino la dignità delle persone e le loro fragilità e al contempo garantiscano il decoro urbano e il diritto dei cittadini di vivere in sicurezza i loro quartieri. «Tutto si è svolto nella massima tranquillità e sicurezza ha spiegato ancora il commissario Valente Ci stiamo adoperando affinché chi è stato sgomberato trovi collocazione nel centro diurno e nel dormitorio. Abbiamo ripulito completamente l'area e abbiamo stabilito un presidio per evitare che si creino di nuovo situazioni di stanzialità. Ringrazio la polizia locale, il servizio Welfare del Comune e l'azienda Abc che con grande oculatezza e discrezione hanno eseguito il provvedimento. Un segno di grande attenzione delle istituzioni, che senza clamore svolgono il loro ruolo con professionalità e delicatezza al servizio della comunità, anche nei casi critici come questo».

 

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Il Messaggero