Scontrini del 1987 e rifiuti di Madignano: giallo tra le discariche abusive a Fondi

Scontrini del 1987 e rifiuti di Madignano: giallo tra le discariche abusive a Fondi
FONDI - Come sono finiti i rifiuti di Madignano, comune di appena 2.800 abitanti in provincia di Cremona, nella periferia di Fondi? E come è possibile che scontrini...

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FONDI - Come sono finiti i rifiuti di Madignano, comune di appena 2.800 abitanti in provincia di Cremona, nella periferia di Fondi? E come è possibile che scontrini datati 1986-87 siano tuttora presenti nelle discariche abusive della città?

Sono soltanto alcuni dei particolari che tingono di giallo un dossier a tinte fosche: un copioso e sconcertante fascicolo redatto da un gruppo di ambientalisti e di studenti fondani determinato ad affrontare in maniera strutturata il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti sul territorio di Fondi. E per risolvere un problema, si sa, il primo step è la mappatura.

Nasce in quest'ottica “Dove passano i nuovi barbari”, 19 pagine in cui è stata scritta, fotografata e categorizzata la geografia delle discariche abusive fondane. Una situazione allarmante, quella ricostruita dal gruppo “Ripuliamo Fondi” e dalla locale sezione di “Fare Verde”, illustrata nei giorni scorsi nel corso di una tavola rotonda di massimi esperti dell'ambiente tra i quali il generale Giuseppe Vadalà, commissario del governo per il risanamento delle discariche sanzionate dalla Corte di Giustizia Europea, e l'assessore regionale all'ambiente Enrica Onorati.

Da via Capocroce a via Fianca, da via Goffa a via Acquachiara: in decine di strade fondane la situazione è davvero inquietante, forse molto più di quanto il cittadino medio, poco abituato a passeggiare per le campagne, potrebbe percepire o immaginare. Un lavoro talmente certosino, quello svolto da “Ripuliamo Fondi”, che ha consentito persino di distinguere, con tanto di leggenda, le aree fortemente inquinate, cerchiate in rosso, da quelle in cui la situazione è meno grave (colori arancio, giallo e verde).

L'obiettivo? Sensibilizzare la cittadinanza e fornire uno strumento operativo alle istituzioni per una futura bonifica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero