Sangue infetto, risarcimenti per 2,7 milioni di euro a sei trasfusi

Sangue infetto, risarcimenti per 2,7 milioni di euro a sei trasfusi
Il Ministero della salute pagherà 2 milioni e 700.000 euro a sei cittadini   fra Cisterna, Sezze, Latina, Pontinia, Formia e Sabaudia, una donna e quattro...

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Il Ministero della salute pagherà 2 milioni e 700.000 euro a sei cittadini   fra Cisterna, Sezze, Latina, Pontinia, Formia e Sabaudia, una donna e quattro uomini in vita e gli eredi di un deceduto. 

Le condanne  del tribunale e dalla corte di appello di Roma erano per circa 3 milioni ma l'avvocato delle vittime, Renato Mattarelli, ha accettato la transazione e tra novembre e gennaio ci saranno i pagamenti. I sei pontini sono stati infettati da emotrasfusioni tra il 1972 e il 1982 contraendo il  virus dell’epatite B e C durante ricoveri presso gli ospedali di Cori, Latina, Sezze, Formia e un ospedale del nord. 

Vedi anche > Processo sangue infetto, assolti Poggiolini e gli altri imputati: «Il fatto non sussiste» 

«E’ stata una scelta difficile quella di consigliare ai propri assistiti di accettare un pagamento ridotto del 5-8 % - ha detto l’avvocato - ma anche l’unica praticabile considerando i tempi biblici con cui lo Stato provvede spontaneamente al pagamento delle sentenze di condanna del Ministero della Salute per danni da trasfusioni di sangue infetto».  L'infezione - l'epatite C è definita "killer silente" perché può manifestarsi anche 30 anni dopo - è stata scoperta quando alcuni degli ospedali dove erano avvenute le trasfusioni erano stati dismessi, come Cori e Sezze. 

«Questo ha creato notevoli difficoltà nella ricerca processuale delle schede trasfusionali e delle stesse cartelle cliniche necessarie per la verifica della genuinità o meno del sangue trasfuso - aggiunge l'avvocato - Purtroppo quella dei sei pontini è solo una piccola parte delle decine di migliaia di danneggiati in Italia da trasfusioni di sangue infetto nel periodo ricompreso fra metà degli anni ‘60 e ‘90».

Sono infatti centinaia le cause di risarcimento ancora in corso in Italia o concluse con una sentenza di condanna dello Stato a risarcimenti per contagi e decessi post-trasfusionali. 

Va anche ricordato che non si registrano ormai da tempo infezioni trasfusionali, come ricorda il Centro nazionale sangue, e che le procedure di approvvigionamento del sangue prevedono una serie di esami tali da escludere la possibilità di trasfondere agenti patogeni.  

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Il Messaggero