Trasfusioni di sangue infetto, un altro maxi risarcimento dopo la morte del paziente

L'avvocato Renato Mattarelli
«In tempo di tanti morti di contagio da Covid-19, non fanno più notizia le tantissime morti da trasfusioni di sangue infetto». Lo dice sconsolato l'avvocato...

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«In tempo di tanti morti di contagio da Covid-19, non fanno più notizia le tantissime morti da trasfusioni di sangue infetto». Lo dice sconsolato l'avvocato Renato Mattarelli, di fronte all'ennesimo risarcimento ottenuto per un paziente sottoposto a trasfusioni con sangue infetto che nel frattempo è deceduto.

Si tratta di un uomo di Cisterna che era stato trasfuso nel 1987 e aveva scoperto il contagio da epatite C  solo 28 anni dopo, a conferma  che il virus è "silente" e si manifesta anche molto avanti nel tempo. Nel 2015  gli venne diagnosticata la cirrosi epatica post-trasfusionale,  nel 2016 la cirrosi si trasforma in tumore al fegato e nel 2017 muore. Adesso arriva il risarcimento  di  700mila euro. Va sottolineato che - come ricorda il Centro nazionale sangue - ormai da oltre 20 anni non si registrano infezioni post trasfusionale.

«Nel 1987 l'uomo era stato sottosto a diverse trasfusioni al San Camillo di Roma. Alcune di queste sono poi risultate non tracciabili perché prive delle indicazioni di origine dei donatori - spiega l'avvocato - Anche per questa mancanza di controlli e della possibilità stessa di controllare se i donatori erano a loro volta positivi al virus dell'epatite C, il Tribunale di Roma ha condannato   il Ministero della Salute a risarcire all'uomo di Cisterna con oltre 700mila euro». Soldi che andranno agli eredi, i quali riceveranno inoltre ulteriori 78.000 euro  richiesti ed ottenuti come familiari di deceduto per sangue infetto, dopo una domanda amministrativa il cui accoglimento è stato notificato il 1 febbraio 2021.

«Ho richiesto per gli eredi dell'uomo un ulteriore risarcimento del danno cosiddetto da uccisione del prossimo congiunto - aggiunge Mattarelli - che insieme al resto ammonteranno, con gli interessi e la rivalutazione monetaria dal 1987, ad oltre 2 milioni di euro. Queste cifre indicano la dimensione del problema e della gravità delle conseguenze delle trasfusioni di sangue infetto che impone allo Stato risarcimenti enormi se si sommano le migliaia di cause che sono state intentate contro il Ministero della Salute. Si tratta di miliardi che di fatto vengono pagati dai cittadini»

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Il Messaggero