LATINA - Il Tribunale aveva negato l'indennizzo, la Corte d'appello ha accolto il ricorso del suo avvocato e riconosciuto il diritto di un disabile - infettato con...
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Lo scorso anno il Tribunale di Latina - sezione previdenza - aveva rigettato la domanda di un ragazzo di Pontinia, infettato da una trasfusione di sangue del maggio 1983. Per una malformazione del cranio venne sottoposto ad un intervento chirurgico con emotrasfusioni poi accertate infette da epatite C.
Il ragazzo si era rivolto all'avvocato Renato Mattarelli che aveva promosso la causa per il riconoscimento dell'indennizzo vitalizio (circa 800 euro mensili) previsto dalla legge n. 210/1992 in favore dei soggetti danneggiati da sangue infetto. Nonostante il Tribunale di Latina, dopo aver disposto una consulenza medico legale - che aveva accertato che furono proprio le trasfusioni del 1983 a contagiare il giovane di Pontina, aveva poi deciso nel maggio dello scorso anno che il diritto all'indennizzo era caduto in decadenza-prescrizione.
La Corte di Appello di Roma, con la sentenza n. 2541 del 28 aprile 2016, ha accolto integralmente il ricorso dell'avvocato Mattarelli cancellando la tesi del Tribunale di Latina poiché contraria ad un consolidato orientamento della Cassazione. Il giovane, sofferente di altre gravi patologie, aveva scoperto nel 2008 di essere stato contagiato dal virus dell'epatite C.
"C'è a questo punto da credere che presto saranno accolti gli appelli a sentenze fotocopia, in casi identici - spiega Mattarelli - del Tribunale di Latina che continua a dichiarare la decadenza/prescrizione al diritto all'indennizzo di alcuni pazienti pontini danneggiati da sangue infetto". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero