Dopo la Prima Comunione il balletto di Jerusalema a San Felice Circeo

Dopo la Prima Comunione il balletto di Jerusalema a San Felice Circeo
Al Circeo un balletto a ritmo di Jerusalema «in segno di rinascita e speranza». E' andato in scena sabato scorso, nella piazza di Borgo Montenero, al termine delle...

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Al Circeo un balletto a ritmo di Jerusalema «in segno di rinascita e speranza». E' andato in scena sabato scorso, nella piazza di Borgo Montenero, al termine delle prime celebrazioni di Prima Comunione dopo il lockdown, tenute nella mattinata e nel pomeriggio presso la parrocchia di San Francesco d'Assisi. Il video-dance dei bambini, con l'abito bianco del sacramento appena ricevuto, ha fatto il giro del web, suscitando commozione, simpatia e curiosità. Jerusalema è il tormentone estivo con il quale Master Kg sta facendo ballare il mondo. Si tratta di un brano gospel in lingua venda, reso popolare soprattutto con TikTok, il social utilizzato anche dai bambini.


«E' stata un'iniziativa dei catechisti, da me subito condivisa anche nella scelta del brano musicale spiega il parroco, padre Bruno Mustacchio , con la quale si è voluto festeggiare, rispettando tutte le disposizioni anti-Covid, il ritorno della nostra comunità a potersi relazionare. Un momento ludico per i bambini e un momento di festa condivisa per i nostri parrocchiani. L'andare a messa rappresenta per tutti i fedeli, e in particolare qui al borgo, una possibilità in più d'incontro e di socialità. Un momento ricreativo dopo le Prime Comunioni, per la prima volta dall'inizio della pandemia. Un segno di rinascita e speranza». In piazza davanti alla chiesa i piccoli danzatori - due gruppi uno di 11 e l'altro di 10 hanno eseguito una coreografia distanziata, indossando la mascherina e seguendo il ritmo coinvolgente della canzone scritta dal musicista e produttore africano, con la collaborazione della cantante Nomcebo. Secondo alcune traduzioni in italiano, il testo del ritornello recita «Gerusalemme è la mia casa e ora lo so, tu puoi guidarmi e non lasciarmi solo».
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Il Messaggero