Ecco perché Sabaudia mantenne il suo nome mentre Littoria divenne Latina

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SABAUDIA - Se quel documento verrà ritrovato...

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SABAUDIA - Se quel documento verrà ritrovato nell’archivio storico del Comune allora avremo la riprova che le cose andarono proprio così. Perché, dopo la caduta del fascismo, Littoria mutò il suo nome in Latina e invece Sabaudia mantenne inalterato il suo sebbene fosse evidentemente legato a casa Savoia? Sul finire dell’estate del 1944 in Ministero dell’Interno, tramite la Prefettura, suggerì che il nome del capoluogo venisse cambiato in Latinia. Nome che suscitò delle perplessità perché si pensò potesse richiamare alla memoria altre città di fondazione per cui, alla fine, nell’aprile del 1945, si optò per Latina. A Sabaudia le cose andarono diversamente. Il perché lo si scopre leggendo il tema di uno dei partecipanti al concorso “I nonni raccontano” organizzato dal movimento “Mi chiamo Littoria”. Il racconto contiene la testimonianza di Luigi Casalvieri, scomparso nel dicembre del 2013, per anni presidente dell’associazione Nastro Azzurro, che all’età di 96 anni, decise di svelare la sua verità. Giunto a Cisterna per la bonifica pontina lavorò come carpentiere alla costruzione dei palazzo di Latina. Poi si trasferì a Sabaudia e qui fu eletto e divenne assessore. “Arrivò dal Ministero dell’Interno una comunicazione scritta che diceva di cambiare il nome della città – raccontò Casalvieri – Non la feci vedere a nessuno e non risposi. Mi rivolsi subito a De Gasperi chiedendogli cosa dovevo fare e lui mi disse «Non rispondere, non ti muovere. Se sollecitano fammi sapere e vedremo». Non ho ricevuto nessun sollecito e Sabaudia è rimasta Sabaudia. Non ho fatto niente di particolare, semplicemente non ho risposto. Nessuno mi ha dato più fastidio – conclude -  La lettera penso sia rimasta agli atti, ma è una parola ritrovarla”. Ora non resta che cercarla quella lettera, tra le pile di carte, di documenti, di fogli ingialliti dal tempo contenute negli archivi dell’ente. Insomma, se tutto ciò è vero, Sabaudia, resa celebre tanto dalle sue dune quanto dal suo nome, ha continuato a chiamarsi così per la piccola disobbedienza di un assessore che ha segnato per sempre la storia della città. 
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Il Messaggero