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Nascosti dalla sabbia per anni e riportati alla luce dalla voracità del mare che ha ingoiato la duna. A Sabaudia le violentissime mareggiate che hanno devastato il litorale pontino nelle ultime settimane hanno eroso molti metri di spiaggia, stravolto il profilo delle celebri dune e svelato l'esistenza di quattro ordigni bellici di cui si ignorava la presenza. Non si sa con precisione se si trovassero già lì o se siano state trascinate dal mare nel tempo. Di sicuro la violenza delle onde che hanno cancellato ampi tratti di arenile ha favorito la loro ricomparsa. L'ultima parola spetterà ora agli artificieri del 21° genio guastatori di Caserta che questa mattina, alle 10, raggiungeranno Sabaudia per effettuare un sopralluogo, attribuire un'origine, una datazione e un livello di pericolosità ai residuati e per decidere come procedere.
I quattro ordigni erano stati ritrovati lo scorso 26 gennaio sulla spiaggia di Sabaudia, all'altezza della passerella 3, in zona Bufalara, ed immediatamente era scattato l'allarme. «In seguito alla comunicazione del rinvenimento dei 4 ordigni bellici sul lungomare da parte della polizia locale, la Prefettura di Latina ha richiesto l'intervento degli artificieri del 21° reggimento genio guastatori di Caserta per la bonifica del sito conferma il sindaco di Sabaudia, Giada Gervasi - In attesa del loro intervento abbiamo invitato tutti i cittadini a non sostare nei pressi della zona e a segnalare ogni ulteriore situazione di presunto pericolo. L'area interessata è stata opportunamente delimitata ed è costantemente monitorata dalla polizia locale e dai carabinieri della stazione di Sabaudia».
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Una cosa è certa: quegli ordigni sono ancora potenzialmente molto pericolosi.
Le mareggiate, così come hanno restituito gli ordigni, sempre sulla spiaggia di Sabaudia, ma in un diverso tratto di arenile, hanno svelato nuovamente l'esistenza di una porzione di un caposaldo che esiste dagli anni 30 e che riaffiora, puntualmente ogni anno, quando la violenza del mare cancella un lungo tratto di duna. In questi giorni è ancora visibile questo bunker, probabilmente una riservetta per munizioni, a fianco alla quale si trova anche una nicchia che probabilmente ospitava le radio. «In origine era occupato dalla milizia controaerea di Sabaudia che lo utilizzava come punto di osservazione spiega il ricercatore storico Claudio Morino Faceva parte di una catena di tre bunker e successivamente venne occupato dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale». Il mare restituisce col tempo e ciclicamente, in inverno, quello che la sabbia nasconde alla vista durante la bella stagione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero