Sabaudia, bombe inesplose sotto la sabbia: riaffiorano 4 ordigni della II guerra

Nascosti dalla sabbia per anni e riportati alla luce dalla voracità del mare che ha ingoiato la duna. A Sabaudia le violentissime mareggiate che hanno devastato il litorale...

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Nascosti dalla sabbia per anni e riportati alla luce dalla voracità del mare che ha ingoiato la duna. A Sabaudia le violentissime mareggiate che hanno devastato il litorale pontino nelle ultime settimane hanno eroso molti metri di spiaggia, stravolto il profilo delle celebri dune e svelato l'esistenza di quattro ordigni bellici di cui si ignorava la presenza. Non si sa con precisione se si trovassero già lì o se siano state trascinate dal mare nel tempo. Di sicuro la violenza delle onde che hanno cancellato ampi tratti di arenile ha favorito la loro ricomparsa. L'ultima parola spetterà ora agli artificieri del 21° genio guastatori di Caserta che questa mattina, alle 10, raggiungeranno Sabaudia per effettuare un sopralluogo, attribuire un'origine, una datazione e un livello di pericolosità ai residuati e per decidere come procedere.


I quattro ordigni erano stati ritrovati lo scorso 26 gennaio sulla spiaggia di Sabaudia, all'altezza della passerella 3, in zona Bufalara, ed immediatamente era scattato l'allarme. «In seguito alla comunicazione del rinvenimento dei 4 ordigni bellici sul lungomare da parte della polizia locale, la Prefettura di Latina ha richiesto l'intervento degli artificieri del 21° reggimento genio guastatori di Caserta per la bonifica del sito conferma il sindaco di Sabaudia, Giada Gervasi - In attesa del loro intervento abbiamo invitato tutti i cittadini a non sostare nei pressi della zona e a segnalare ogni ulteriore situazione di presunto pericolo. L'area interessata è stata opportunamente delimitata ed è costantemente monitorata dalla polizia locale e dai carabinieri della stazione di Sabaudia».

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Una cosa è certa: quegli ordigni sono ancora potenzialmente molto pericolosi. Proprio per questo non vanno toccati né spostati se non da mani esperte. Ogni movimento o sollecitazione potrebbe provocarne l'esplosione. Fortunatamente il ritrovamento è avvenuto in un tratto di spiaggia solitamente poco frequentato, limitrofo al tratto di lungomare chiuso. L'ipotesi più probabile è quegli oggetti affiorati dalla sabbia siano granate d'artiglieria di piccolo calibro sparate da cannone. Sicuramente ordigni risalenti alla seconda guerra mondiale. Sulla provenienza non ci sono certezze. Potranno esprimersi solo gli artificieri. Potrebbero essere italiane ma anche tedesche, inglesi o americane. Non ci sono dubbi sul rischio attuale. Potrebbero infatti contenere tritolo o fosforo e alcuni degli esemplari sono piegati e presentano delle rientranze. Questo significa che hanno subito delle sollecitazioni, una volta che vengono sparate inoltre queste granate perdono la sicura. È quindi estremamente rischioso avvicinarsi o maneggiarle. Saranno ora gli esperti artificieri dell'Esercito a valutare le soluzioni. Decideranno se sarà possibile rimuoverli e procedere al brillamento altrove o se effettuare l'operazione in loco. In quel caso saranno presi tutti i provvedimenti necessari ad assicurare che lo svolgimento del brillamento avvenga in tutta sicurezza.


Le mareggiate, così come hanno restituito gli ordigni, sempre sulla spiaggia di Sabaudia, ma in un diverso tratto di arenile, hanno svelato nuovamente l'esistenza di una porzione di un caposaldo che esiste dagli anni 30 e che riaffiora, puntualmente ogni anno, quando la violenza del mare cancella un lungo tratto di duna. In questi giorni è ancora visibile questo bunker, probabilmente una riservetta per munizioni, a fianco alla quale si trova anche una nicchia che probabilmente ospitava le radio. «In origine era occupato dalla milizia controaerea di Sabaudia che lo utilizzava come punto di osservazione spiega il ricercatore storico Claudio Morino Faceva parte di una catena di tre bunker e successivamente venne occupato dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale». Il mare restituisce col tempo e ciclicamente, in inverno, quello che la sabbia nasconde alla vista durante la bella stagione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero