Romano Battisti battuto ai Mondiali si deve accontentare della finale B

Romano Battisti e Giacomo Gentili dopo la gara
LATINA - Non accadeva dal 2012 quando Romano Battisti, capovoga del “doppio” azzurro, conquistò uno splendido argento alle Olimpiadi di Londra. Con lo skuller di Priverno...

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LATINA - Non accadeva dal 2012 quando Romano Battisti, capovoga del “doppio” azzurro, conquistò uno splendido argento alle Olimpiadi di Londra. Con lo skuller di Priverno c’era il campionissimo di Borgo Hermada: quell’Alessio Sartori che a Londra ha disputato la sua quinta olimpiade consecutiva. Due fuoriclasse targati Fiamme Gialle Sabaudia.


Ieri mattina l’amarezza è scesa sul volto del grintoso vogatore dei Lepini: Romano Battisti in semifinale è giunto solo quarto e i primi tre accedevano alla finalissima di domani sul lago francese di Aiguebelette, un bacino storico per il canottaggio mondiale.



LA REGATA

La Croazia balza subito al comando tallonata immediatamente dalla Nuova Zelanda e dall’Australia, con l’Italia che dal quinto posto iniziale tenta di recuperare, ma a metà gara è ancora quinta.

Sono sempre i fratelli Sinkovic, campioni mondiali 2013 e 2014 e argento olimpico a Londra sul quattro di coppia, a condurre seguiti a 1.500 metri dalla Nuova Zelanda e dall’Australia, terza ad Amsterdam 2014, mentre l’Italia dalla quinta risale in quarta posizione in attacco. Sul finale mentre la Croazia vince, nelle retrovie si accende la bagarre tra Australia, Nuova Zelanda e Italia che attacca strenuamente per entrare in finale e per soli 30 centesimi non riesce nel tentativo.

«Non posso rimproverarmi davvero nulla - spiega compassato Battisti - io e il mio compagno Gentili abbiamo davvero dato il 100% soprattutto nei secondi mille metri. La barca filava alla grande e gli avversari ci hanno visto riguadagnare posizioni».

Ma da uomini di canottaggio quali sono croati, australiani e neozelandesi non ci si poteva che aspettare una reazione veemente negli ultimi duecento dei duemila metri di regata.



IL RUSH

«Ed è stato così - sorride Battisti - loro conoscono le mie caratteristiche e sanno che le seconda metà della gara io sono abituato ad attaccare sul passo, a salire di colpi per rimontare le posizioni chiudendo tra i primi com’è accaduto al Mondiale 2013 dove fummo terzi o l’anno scorso dove l’argento fu nostro». Del resto il canottaggio è basato sulla tenacia e sullo sprint finale: una delle caratteristiche peculiari di Romano Battisti, il miglior vogatore mai espresso dalla gente dei Monti Lepini. «Andiamo in finale B - conclude Battisti - ma nessun dramma, dobbiamo ancora qualificare la barca per le Olimpiadi di Rio 2016 e questa lezione ci sprona a fare ancora meglio».



E oggi a guardare la regata, arrivati apposta da Maenza dove gestiscono il "Bar Centrale", c'erano anche la mamma di Romano, Annunziata e il papà Nazzareno che ribadisce come le sconfitte servono per migliorarsi



I TEMPI


1. Croazia 6’10”45 2. Australia 6’12”34 3. Nuova Zelanda 6’12”66 4. Italia (Giacomo Gentili-Canottieri Bissolati, Romano Battisti-Fiamme Gialle) 6’12”96 5. Norvegia 6’27”33 6. Azerbaijan 6’38”98 Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero