Riccardi vs Riccardo, la guerra dei pentiti al processo Cetrone

Riccardi vs Riccardo, la guerra dei pentiti al processo Cetrone
Un nuovo pentito ha fatto il suo ingresso ieri mattina nel processo a carico di Gina Cetrone, dell'ex marito Umberto Pagliaroli, di Armando Lallà e Gianluca Di Silvio...

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Un nuovo pentito ha fatto il suo ingresso ieri mattina nel processo a carico di Gina Cetrone, dell'ex marito Umberto Pagliaroli, di Armando Lallà e Gianluca Di Silvio accusati di estorsione, atti di illecita concorrenza, violenza privata, oltre ad una serie di illeciti con l'aggravante delle modalità mafiose nell'ambito dell'inchiesta Scheggia' sulla campagna elettorale per le consultazioni amministrative di Terracina del 2016 alle quali l'ex consigliera regionale era candidata.

LA STORIA
Si tratta di Angelo Riccardi, 47enne originario di Formia ed ex appartenente al clan Zizzo di Fondi, che ha già collaborato ad altre indagini sia in provincia di Latina che in altre realtà territoriali. A farlo testimoniare davanti al Tribunale di Latina è stato l'avvocato Lorenzo Magnarelli, difensore della Cetrone, con l'obiettivo di screditare l'altro collaboratore della Dda, Agostino Riccardo, sulle cui rivelazioni si basano questa e numerose altre indagini.

IL RACCONTO
Riccardi, collegato in videoconferenza dalla località protetta nella quale vive, ha raccontato di avere conosciuto Riccardo nel carcere di Paliano dove erano entrambi detenuti nel 2018 e ha sottolineato che raccontava che l'Antimafia pendeva dalle sue labbra e si vantava di poter distruggere Gina Cetrone perché i magistrati con i quali collaborava credevano a tutto ciò che raccontava. Per spiegare il potere di intimidazione che il pentito pontino aveva all'interno della casa circondariale ha anche raccontato di come avesse cercato di costringere un altro detenuto del quale ha fatto il nome - a scrivere una lettera di accuse per incriminare determinate persone facendo pesanti pressioni tanto da farlo piangere. Un racconto che il pubblico ministero Luigia Spinelli ha contestato ricordando come il programma di protezione e di collaborazione con lo Stato per Riccardi non sia stato prorogato: la commissione centrale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha infatti avviato il procedimento di decadenza contro il quale sono stati presentati due ricorsi al Tar il secondo dei quali è ancora in attesa di sentenza. E' stato poi ascoltato un assistente di polizia che a giugno 2016 aveva fermato a Terracina Agostino Riccardo, Matteo Lombardi e Gianluca D'Amico nella cui auto c'erano manifesti elettorali del candidato sindaco Corradini in una delle cui liste correva anche Gina Cetrone. I tre raccontarono al poliziotto che dovevano essere pagati per le attività elettorali svolte.

LA RICHIESTA


In chiusura di udienza l'avvocato Oreste Palmieri, legale di Armando e Gianluca Di Silvio, ha chiesto la revoca della misura cautelare per i propri assistiti, revoca che non avrebbe alcun effetto ai fini della scarcerazione essendo stati condannati entrambi in via definitiva per Alba pontina'. Il pm ha dato parere favorevole. Si torna in aula il 12 luglio per ascoltare gli ultimi due testi della difesa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero