Reset si sdoppia, solo l'omicidio in Corte d'Assise

Reset si sdoppia, solo l'omicidio in Corte d'Assise
Prende due strade giudiziarie diverse l'operazione Reset' che a febbraio dello scorso anno ha portato all'arresto di un gruppo di esponenti e fiancheggiatori del clan...

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Prende due strade giudiziarie diverse l'operazione Reset' che a febbraio dello scorso anno ha portato all'arresto di un gruppo di esponenti e fiancheggiatori del clan Travali accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, numerose estorsioni aggravate anch'esse dal metodo mafioso ed un omicidio, aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa. Proprio per quest'ultimo reato il processo era stato affidato alla Corte di assise di Latina 16 imputati.


Ieri mattina la Corte, presieduta da Gian Luca Soana si è dichiarata competente soltanto per l'omicidio. Una decisione alla quale si è opposto il pubblico ministero Luigia Spinelli la quale ha sottolineato come l'omicidio di Nicolas Adrian Giuroiu, il 28enne rumeno rapito a borgo Sabotino a marzo 2014 e trovato una settimana dopo in un pozzo all'interno di un'azienda agricola di Cisterna ucciso a colpi di pistola, vada inserito in quel contesto criminale. Ma la Corte non ha accolto l'opposizione e ha stabilito che il processo riguarderà soltanto Angelo e Salvatore Travali: per quella morte infatti sono già stati condannati in via definitiva Manuel Ranieri, Mirko Ranieri e Ionut Adrian Ginca. La Corte ha anche respinto la richiesta degli avvocati difensori Giancarlo Vitelli e Camillo Irace di escludere da questo processo il Comune di Latina e l'associazione Caponnetto' quali parti civili essendoci, a detta dei giudici, l'aggravante del metodo mafioso che presuppone una titolarità dell'amministrazione a essere presente così come l'associazione contro le mafie. Il processo è stato aggiornato al 3 maggio. Il presidente del Tribunale dovrà invece affidare a un collegio penale il processo sulla associazione a delinquere di tipo mafioso.
E. Gan.
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Il Messaggero