Latina, condannato per tragedia Ventotene e candidato sindaco, il papà di Sara accusa

La mamma di Sara abbraccia l'avvocato dopo la sentenza
LATINA - E' stato condannato in primo grado a due anni e quattro mesi, ma sarà candidato sindaco per cercare il terzo mandato. E' il primo cittadino di Ventotene,...

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LATINA - E' stato condannato in primo grado a due anni e quattro mesi, ma sarà candidato sindaco per cercare il terzo mandato. E' il primo cittadino di Ventotene, Giuseppe Assenso, sul quale interviene Bruno Panuccio. L'uomo è il papà di Sara, morta il 20 aprile del 2010 in una gita scolastica sull'isola insieme a Francesca Colonnello. Le ragazzine frequentavano la scuola media "Anna Magnani" di Morena. Lo scorso, per la prima volta in Italia, è stato condannato un amministratore pubblico per morte da frana . Insieme al sindaco sono stati condannati il dirigente dell'ufficio tecnico e il responsabile del genio civile di LAtina. "In questo periodo ogni giorno si parla sui media nazionali dei candidati impresentabili" in Campania e Liguria - dice Panuccio - ma quasi nessuno sa che il sindaco Assenso è il capolista di una delle due civiche che si fronteggeranno a fine mese sull'isola . Vuole ottenere il terzo mandato consecutivo di sindaco ed ha naturalmente ottime possibilità di riuscire nell'intento visto che questa volta ha dalla sua parte in lista chi oggi è consigliere d'opposizione , chi ufficialmente in questi anni lo ha sempre osteggiato e criticato aspramente . Ancor prima che come padre di Sara , sono indignato come cittadino . Partendo dal presupposto che si sarebbe dovuto dimettere di suo per rispetto delle vittime e della morale civile , qui siamo al paradosso del tenerlo in carica altri 5 anni , se vincerà , di conseguenza sarà ancora lui la massima autorità in carica per le funzioni di Protezione Civile, in netto contrasto con la condanna. Sarà lui a tutelare persone e territorio sull'isola , lui che attualmente è ritenuto per la giustizia italiana responsabile di omicidio colposo per l'inosservanza delle norme stesse"
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Il Messaggero