LATINA - Convincevano giovani donne dell'Est Europa a seguirli in Italia per poi però costringerle a prostituirsi e a cedere la maggior parte dei guadagni. Una brutta...
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Nonostante il primo provvedimento però l'attività di sfruttamento della prostituazione è proseguita e i carabinieri hanno stretto i controlli fino ad arrivare ad arrestare l'uomo e la sua compagna. Gli uomini diretti dal tenente colonnello Vincenzo Ingrosso hanno eseguito anche un'accurata perquisizione all'interno dell'appartamento dei due, in via Liegi, riuscendo a ritrovare anche delle armi clandestine. Sotto al materasso la coppia nascondeva due armi: una pistola marca Ruger calibro 22, modello long-rifle, oltre a 53 cartucce dello stesso calibro e una pistola Beretta calibro 7,65 avente, oltre a 5 cartucce dello stesso calibro, risultata oggetto di furto. Sulla prima arma i carabinieri stanno eseguendo degli accertamenti mirati, per capire se sia stata utilizzata per altri fatti delittuosi. Furti, rapine o altro genere di reati che potrebbero venire allo scoperto con ulteriori verifiche. I carabinieri hanno potuto accertare anche che le ragazze costrette alla prostituzione vivevano in un appartamento in periferia, venivano accompagnate sul posto di “lavoro” ogni giorno da i due aguzzini subendo una violenza psicologica pressante. Erano ancora in possesso dei documenti e vivevano con pochi soldi, ma la paura di coloro che le controllavano ogni giorno era tanta. Il blitz che ha chiuso l'operazione è scattato martedì: l'uomo è stato trasferito subito nel carcere di via Aspromonte a Latina, la donna invece è stata scortata fino a Rebibbia. Ad Aprilia resta in vigore l'ordinanza del sindaco che vieta agli automobilisti di avvicinare le giovani donne che si prostituiscono in strada. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero