E' passato un altro anno, ma i cassonetti abusivi per la raccolta degli abiti usati, a Latina, sono sempre lì. Adesso però, l'assessore ai Tributi, Gian...
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«Tale informazione - spiega - è indispensabile per una corretta valutazione del dovuto al Comune di Latina da parte di chi, in modo del tutto illegittimo, da quanto si evince dalla stessa ordinanza, gestisce tali cassonetti che vengono con regolarità svuotati». E qui si arriva al punto. «Dal calcolo della società Dogre, si evince che tali cassonetti pesano più di 60 mila euro lanno di Tosap evasa - sottolinea l'assessore Proietti - quindi per almeno 240.000 euro (dal 2016)». Per questo Proietti vuole sapere «formalmente» dagli uffici «chi siano i responsabili che devono essere denunciati allAutorità Giudiziaria e verso i quali è necessario a norma dellart. 27, comma 5, D.C.C. n. 60/2013 procedere per un accertamento di entrata che, come scritto, ha assunto valori considerevoli addirittura per il bilancio comunale».
Secondo Proietti infatti «non è solo indispensabile far sì che tali cassonetti siano tolti, ma anche accertare e riscuotere le mancate entrate». Anche perché l'inchiesta Mafia Capitale ha dimostrato che in provincia di Latina operava nel settore della raccolta di abiti usati un personaggio che aveva collegamenti con clan di camorra.
Ed è proprio per questo che risulta incomprensibile perché quell'ordinanza dell'aprile 2017 sia stata poi disattesa. All'epoca Il Messaggero titolava: «Addio cassonetti gialli, sono abusivi. Il Comune dispone la rimozione dei contenitori per la raccolta dei vestiti usati che si trovano sulle strade». Spiegando: «Non risulta pagata l'occupazione del suolo pubblico, inoltre la proprietà è ignota e alcuni sono pericolosi». Quindi si sapeva già tutto dal 2017 ma nessuno è intervenuto, né risulta sia stata informata l'autorità giudiziaria, malgrado i possibili collegamenti con le indagini dell'Antimafia.
Vittorio Buongiorno
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Il Messaggero