Quaranta nuovi alloggi Ater a Terracina, al posto delle "catacombe"

Da sinistra Ciampi, Valeriani, Fioravante e La Penna
A Terracina le chiamano le catacombe; o anche le capanne. Sedici unità abitative pubbliche, tra via Giacomo Leopardi e via San Rocco, a meno di mezzo chilometro dal...

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A Terracina le chiamano le catacombe; o anche le capanne. Sedici unità abitative pubbliche, tra via Giacomo Leopardi e via San Rocco, a meno di mezzo chilometro dal lungomare, realizzate alla fine della Seconda guerra mondiale, oggi ai limiti dell’agibilità. Quelle case ora saranno buttate giù e ricostruite: dalle attuali 16, ne sorgeranno 40 (a fronte di 346 domande di assegnazione di alloggi Erp), per un intervento pubblico dell’Ater provinciale di Latina cofinanziato dallo Stato, per 10mila metri cubi totali (8mila di abitazioni e 2mila di servizi). Sarà un intervento di demolizione e ricostruzione, quindi a consumo di suolo zero, con tecniche moderne. Sette milioni di euro il costo (1,6 dall’Ater e 5,3 dallo Stato. 



Sono in una condizione tale, che quando se ne è liberata una, l’Ater non l’ha potuta neanche riassegnare, perché priva di condizioni di agibilità», ha spiegato Marco Fioravante, commissario Ater, nella presentazione, alla presenza dell’assessore regionale alle Politiche abitative, Massimo Valeriani, e dei consiglieri regionali pontini, Gaia Pernarella (M5S), Enrico Forte e Salvatore La Penna (Pd) e Pino Simeone (FI).

Latina e Aprilia non hanno partecipato
I fondi derivano da un bando rivolto specificamente alla riqualificazione del patrimonio pubblico delle Ater, oppure per Comuni superiori a 50mila abitanti: in provincia, solo Latina e Aprilia, che però non hanno partecipato.L’Ater provinciale sì, classificandosi al secondo posto dietro Roma. «È un lotto essenziale, nel centro di Terracina, a poca distanza dal mare, che doteremo di una corte a ferro di cavallo, servizi di quartiere come un parco giochi, spazi con funzioni sociali al piano terra degli edifici», ha aggiunto Fioravante, spiegando che «i lavori non inizieranno prima del 2022, perché abbiamo bisogno di un’amministrazione comunale (Terracina deve andare al rinnovo, ndr) con cui condividere i criteri dell’intervento».

«Questa è una vera e propria rigenerazione urbana, non solo la trasformazione di un antico intervento pubblico - ha spiegato l’assessore alla Casa della Regione Lazio, Massimo Valeriani - i problemi del degrado spesso nascono da qualità architettoniche scadenti delle realizzazioni. Con questo intervento miglioriamo la qualità della vita». L’Ater di Latina (come quello di Roma) inaugurerà inoltre un portale per gli inquilini, dove potranno consultare le proprie posizioni e effettuare i pagamenti: «Non avranno più bisogno di venire fino a Latina per rapportarsi con l’Ater», ha detto Fioravante.

Inquilini che il direttore Paolo Ciampi ha ringraziato perché «nonostante la crisi economica per il Covid, hanno continuato a pagare i canoni: ad aprile 2020 abbiamo registrato meno morosità dello stesso mese del 2019». Relativamente alla situazione nel resto della provincia, Fioravante ha chiarito che «quello di Terracina era un buco nero che andava sanato; non che non ci siano interventi da fare, ma, in generale, va ampliato l’orizzonte e immaginando interventi nella direzione del vivere bene». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero