Nuova aggressione ieri sera a Ponza al giovane Danilo D'Amico, molto attivo sull'isola con l'associazione culturale Punto di svolta e dirigente provinciale di Fratelli...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Due persone lo hanno aggredito mentre rientrava a casa, ferendolo al volto con un'arma da taglio. Sei i punti di sutura applicati al poliambulatorio di Ponza. «Ho visto due ombre e non ho avuto il tempo di reagire, mi hanno aggredito e sono fuggiti» - dice D'Amico che sui social ha postato la foto con il volto insanguinato (vedi sotto). Il ragazzo a dicembre era stato già vittima di un'aggressione.
«La politica a Ponza è diventata questione di ordine pubblico - dice l'ex sindaco e consigliere di opposizione Piero Vigorelli - le istituzioni debbono intervenire, il prefetto ha il nostro dossier su tutte le irregolarità dell'amministrazione»
Solidarietà a D'Amico è stata espressa dalla leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, mentre il senatore e coordinatore provinciale del partito, Nicola Calandrini, ha sollecitato l'intervento del prefetto e annunciato una interrogazione parlamentare: «Danilo è un nostro dirigente di Ponza, un ragazzo pieno di vita, con una contagiosa passione per la politica. A qualcuno non stanno bene le sue idee ed è stato vigliaccamente aggredito, per la seconda volta in poco tempo. Chi sperava di intimidirlo, si è sbagliato, e di grosso. Ora basta».
Il sindaco di Ponza, Franco Ferraiuolo: «Si dissocia fermamente dal vile gesto compiuto ai danni di D'amico, esprimendogli ampia solidarietà e vicinanza. Questi gesti, qualunque ne sia la motivazione, sono esecrabili e decisamente da condannare» Il primo cittadino: «Esprime grandissima fiducia nell'operato degli inquirenti affinché facciano chiarezza sulla vicenda con la viva speranza che gli aggressori vengano prontamente assicurati alla giustizia».
Il Messaggero