Plastica riciclata, i dati dell'Ispra: Gaeta eccelle il capoluogo è indietro

Plastica riciclata, i dati dell'Ispra: Gaeta eccelle il capoluogo è indietro
C'è un divario profondo nei vari comuni della provincia su quanta plastica si riesce a raccogliere e a differenziare. Ciascun abitante del capoluogo ne raccoglie...

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C'è un divario profondo nei vari comuni della provincia su quanta plastica si riesce a raccogliere e a differenziare. Ciascun abitante del capoluogo ne raccoglie solamente 12,4 kg l'anno, contro i 55 dei cittadini di Gaeta. Un dato, quello di Latina che è lontano dalla media nazionale che è di circa 28,42 kg pro capite, con picchi di 32 kg al Nord Italia. Ma Latina è anche al si sotto della media delle città del centro e del sud, rispettivamente dii 27 e 24 kg pro capite.

Mentre in Italia la raccolta della plastica è in aumento un po' ovunque, noi facciamo ancora fatica. Chi ne raccoglie di più è la Toscana addirittura con 415 kg a persona. I numeri emergono dall'indagine della Fondazione Openpolis, su dati dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ente che tra le varie attività monitora l'andamento della raccolta dei rifiuti su tutto il territorio nazionale.
Il dato di Latina può avere almeno due interpretazioni: da un lato può significare che la città usa poca plastica, più verosimilmente invece deriva dal fatto che la percentuale di raccolta differenziata è ancora bassa perché non ancora portato a regime il sistema porta a porta su tutto il territorio comunale.
«I comuni che riportano i valori maggiori sono spesso quelli più piccoli e quelli più lontani dai centri. Oltre alle capacità di raccolta dei singoli territori, incide anche la produzione stessa di rifiuti, che è maggiore in città più grandi. Inoltre, essendo un dato pro capite, il numero di abitanti ha una sua importanza» spiega Openpolis.
In provincia c'è anche chi fa peggio di Latina: Cisterna (11,4 kg), Sermoneta (3,2 kg), Formia (11,6 kg), Sonnino (12 kg) e Roccasecca dei Volsci (8,5 kg); gli altri hanno tutti valori più alti, fino ai picchi di Gaeta (55,9 kg), Norma (48,2 kg), Monte San Biagio (42,8 kg) e Prossedi (41,4 kg). Questo a fronte di un aumento della percentuale della differenziata su scala nazionale nel 2021, con un 64% e 19 milioni di tonnellate di rifiuti raccolte. Di queste circa 1,7 milioni sono proprio rifiuti plastici, l'8,84%. L'altro dato importante è che il 95% dei rifiuti plastici raccolti fa parte di imballaggi. Questo significa che usiamo ancora troppa plastica ma che, di contro, ci stiamo anche impegnando molto per eliminarla. E il fatto che ne raccogliamo molta, significa che facciamo bene la differenziata, in vista di un futuro riciclo del materiale.


Su queste basi - ed è notizia dei giorni scorsi - i consorzi di riciclo Corepla e Conai, con le associazioni Unionplast e Ippr, hanno deciso di creare insieme un nuovo schema di certificazione per la riciclabilità degli imballaggi, anche per rispettare gli obiettivi del 2030, quando si ammetteranno in commercio esclusivamente riciclabili. «Il lavoro di gestione dei rifiuti da imballaggio - sottolinea Conai - ogni anno evita il riempimento di circa 8 discariche di medie dimensioni, vere e proprie cicatrici sul nostro territorio». Solo il Conai - indica nel Rapporto di Sostenibilità 2022 - ha riciclato plastica per 519 mila tonnellate e bioplastica per 140mila tonnellate. Gli altri materiali riciclati sono la carta (318 mila tonnellate), il vetro (1 milione e 796 mila tonnellate), l'acciaio (285 mila tonnellate); l'alluminio (16 mila tonnellate); il legno (916 mila tonnellate). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero