Pirozzi a Latina: «Qui per rappresentare le province, per la sanità, le infrastrutture, gli operatori»

Sergio Pirozzi con i candidati alla Regione davanti al Tribunale di Latina
Nessuna domanda sull’inchiesta sul crollo di una palazzina in piazza Sagnotti ad Amatrice, nel sisma del 24 agosto 2016, in cui persero la vita 19 persone e che lo vede oggi...

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Nessuna domanda sull’inchiesta sul crollo di una palazzina in piazza Sagnotti ad Amatrice, nel sisma del 24 agosto 2016, in cui persero la vita 19 persone e che lo vede oggi indagato per l’ipotesi di omicidio colposo. Ma Sergio Pirozzi, candidato alla presidenza della Regione Lazio, ha concluso quasi tutti gli appuntamenti previsti oggi nel suo tour elettorale a Latina, nonostante gli attimi di tensione. La notizia dell’ipotesi di reato lo ha infatti raggiunto mentre era in auto, giungendo nel capoluogo pontino. Al suo arrivo, presso il mercato annonario, prima tappa, attimi di tensione. Nei primi momenti, sembrava destinato a saltare tutto. Poi, un rapido confronto anche con i candidati pontini della lista, e via al tour. Prima il mercato annonario, per capire i problemi dei produttori pontini, poi l’ospedale, dove è stato accolto dal primario del pronto soccorso, Mario Mellacina, per affrontare i drammi della sanità pontina. Si affaccia un attimo anche dentro il pronto soccorso, per uscire un istante dopo. Quindi, un salto in tribunale e infine l’appuntamento alla sede elettorale per la presentazione dei candidati. Subito dopo è ripartito per Roma, dove terrà una conferenza stampa in cui affronterà i temi relativi all’indagine (rinviati quindi sia il tour sul lungomare per affrontare i problemi dell’erosione della costa e degli operatori turistici, sia la visita a Ecoambiente, per i temi dei rifiuti). «I problemi di Latina sono quelli di Rieti, Frosinone, Viterbo, causati da una politica accentratrice verso Roma. Qui mancano le infrastrutture, manca personale per il Tribunale, mancano gli ospedali, per cui è chiaro che ora si sono create le liste di attesa. Noi siamo qui per rappresentare le province». 
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Il Messaggero