Pd alla resa dei conti, spunta una chat di De Amicis che invita a votare Coletta anziché Fiore

L'ex consigliere non chiarisce l'origine dello screenshot: «Chiedo una verifica su quanto viene detto»

Pd alla resa dei conti, spunta una chat di De Amicis che invita a votare Coletta anziché Fiore
Alla fine, l'ordine di scuderia è abbassare i toni. Ma ieri per il Pd di Latina è stata una delle giornate peggiori, una di quelle "sangue e dolori". A...

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Alla fine, l'ordine di scuderia è abbassare i toni. Ma ieri per il Pd di Latina è stata una delle giornate peggiori, una di quelle "sangue e dolori". A far esplodere una situazione già esacerbata, prima dalla controcandidatura - poi ritirata - di Enzo De Amicis alle primarie in opposizione a Daniela Fiore, e poi dalla richiesta di dimissioni del segretario cittadino Leonardo Majocchi - anche questa ritirata - è arrivato ieri uno "screen" di un messaggio whatsapp che sarebbe stato inviato da Enzo De Amicis a un presunto elettore alle primarie. Nello screen, si vede il fac simile della scheda elettorale delle primarie di coalizione del campo progressista: ma il nome su cui è segnata la "X" non è quello della candidata del Pd, come si potrebbe immaginare, bensì quello di Damiano Coletta. Che, se oggi è il candidato sindaco di tutta la coalizione, avendole vinte, quelle primarie, all'epoca era un candidato contrapposto alla Fiore. E, in basso, sotto il fac simile della scheda, anche una richiesta di "riservatezza". Tempo pochi minuti, e la vicenda è letteralmente esplosa. Nelle chat di partito, come in città. Con richieste - esplicite - di esclusione di De Amicis dalla lista del Pd per le prossime amministrative. Con chi diceva anche «se c'è lui, non ci sono io». E con richieste di presa di posizione agli altri firmatari del documento con cui l'area di De Amicis chiedeva le dimissioni di Majocchi. In una parola: il caos.

De Amicis alla fine decide di dire la sua. E esordisce con un «chiedo una verifica su quanto viene detto». Il cronista insiste e gli chiede una precisazione, se voglia una verifica dello screenshot (ipotizza forse sia un fake?) o con il partito, e lui ribatte: «Su quanto sarebbe uscito», e aggiunge: «Bisogna verificare questa provenienza e capire se realmente è così oppure no». E poi vira: «Ora si cerca di trovare i colpevoli della disfatta, ma il punto è cercare di andare avanti e non creare ulteriori ripercussioni sul partito. Se si continua a buttare benzina sul fuoco, ognuno si prenderà le proprie responsabilità».

Alla domanda precisa, se abbia inviato lui quel fac simile e se abbia fatto campagna per la Fiore o per Coletta, ribatte che «ho dichiarato pubblicamente che avrei fatto campagna per lei, sono andato alla presentazione, ho cercato di motivare amici che fino all'ultimo avevano creduto potessi essere io il candidato, e dare una motivazione in più. Tutto quello che potevo fare l'ho fatto, ho dato una mano in quelle condizioni. Poi, non è che io possa muovere le masse, il divario è stato ben ampio per essere condizionato da me o da altri». E, se creda che tutto questo possa nuocere al partito, precisa: «Noi per senso di responsabilità abbiamo ritirato il documento, proprio per non esacerbare i toni in questo direttivo, perché ci saranno tempi più adeguati». Ma intanto la richiesta di dimissioni era uscita: «Era un documento interno e non l'ho fatto uscire io. Si chiede una verifica anche sulle firme di sottoscrizione della mia candidatura? Ma ormai è stata ritirata».

Daniela Fiore preferisce al momento non commentare la vicenda, attendendo confronti interni al partito, che si terranno in settimana. Nelle prossime riunioni del direttivo, con ogni probabilità, la posizione di De Amicis sarà sotto esame. Riunione che potrebbe tenersi già martedì. «Qualora questa notizia sia confermata, sarebbe un errore, e ne prendiamo le distanze», afferma Mauro Visari, tra i primi sostenitori della candidatura di De Amicis.

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Il Messaggero