Paziente obesa, odissea, per gli esami e il posto letto

Paziente obesa, odissea, per gli esami e il posto letto
Ancora un'odissea per un'anziana paziente ricoverata...

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Ancora un'odissea per un'anziana paziente ricoverata d'urgenza al Pronto Soccorso dell'ospedale Dono Svizzero di Formia, che ha spinto i familiari ad indirizzare una segnalazione-denuncia al presidente della Regione Lazio. Al centro della vicenda un soggetto «gravemente obeso, allettato da ben tre anni con insufficienza respiratoria cronica e impossibilità di deambulazione che lo costringono a letto 24 ore su 24, con catetere, pannolone e bombola di ossigeno, nonché ventilazione artificiale notturna». Alle 15.30 di giovedì precisano i familiari - la signora arriva in ambulanza in forte stato soporoso, in evidente codice rosso; viene trattenuta per più di un'ora sulla barella dell'ambulanza e in seguito portata in medicheria, dove una dottoressa molto professionale la visita e invita i parenti a recuperare il proprio apparecchio di NIV e più tardi richiede una Tac encefalica e toracica, ma al momento del trasporto in Radiologia si apprende che l'apparecchio si è guastato e quindi fuori uso e solo alle 19 torna utilizzabile e la Tac viene eseguita dopo che la spinaletta per l'esame, di cui era sprovvisto il Pronto Soccorso, è stata più tardi recuperata in Ortopedia. Al ritorno in medicheria, è rappresentata ai parenti la necessità di un'osservazione notturna, «ma anche l'impossibilità di ricoverare la paziente in quanto l'ospedale non ha posti letto disponibili né in Medicina generale né in Medicina d'urgenza». Ed esclusa dai familiari «la possibilità prospettata dal medico di trattenere in osservazione la paziente sulla barella del Pronto Soccorso per tutta la notte», si riesce ad avere un posto in medicina generale, «dove però nel giro di 5' lo stesso diventa non più disponibile e la paziente riportata in PS e deciso il ricovero in Medicina d'Urgenza, utilizzando l'unico posto libero». Alle 23 la donna « è finalmente ricoverata - concludono i familiari - per essere dimessa la successiva mattinata di venerdì perché quel posto letto da lei occupato serve».
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Il Messaggero