Da fabbrica di laterizi a parco urbano: dopo 40 anni il progetto per l'ex Sieci a Minturno

Da fabbrica di laterizi a parco urbano: dopo 40 anni il progetto per l'ex Sieci a Minturno
È iniziato il cammino burocratico in Regione per riqualificare l'area retrostante l'ex fabbrica di laterizi "Le Sieci" a Minturno, esempio di archeologia...

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È iniziato il cammino burocratico in Regione per riqualificare l'area retrostante l'ex fabbrica di laterizi "Le Sieci" a Minturno, esempio di archeologia industriale, che nel 2021 ha ottenuto un contributo di cinque milioni di euro di fondi Pnrr, più un altro milione di contributo del Comune di Minturno.

Rientrano nel finanziamento anche il restyling di Piazza Bassani a Monte d'Argento e la piazza di Via Pastino Grande a Marina di Minturno. L'amministrazione Stefanelli ha presentato in Regione il progetto di fattibilità tecnica ed economica per la valutazione dell'impatto ambientale, coinvolgendo tutti gli enti competenti, tra cui il Genio civile, la Provincia, l'Arpa Lazio e la Soprintendenza.

LA STORIA

Nata nel 1880, la fabbrica di laterizi rappresentò il progresso e segnò l'importante passaggio verso la prima rivoluzione industriale nel sud del Lazio. Il complesso prese nome dalla fabbrica madre costruita nel 1774 a Le Sieci, in provincia di Firenze.

All'inizio degli anni Settanta iniziò il suo declino e, dopo un primo tentativo di ristrutturazione degli impianti nel 1982 la fabbrica fallì e venne successivamente acquistata all'asta dal Comune di Minturno nel 1984. Nel 1987 l'Università La Sapienza cominciò a interessarsi al manufatto con l'elaborazione di una serie di progetti sul possibile riuso. Tante idee, ma nessuna concretezza.

IL PROGETTO

Per l'ex Sieci, il progetto presentato in Regione prevede il recupero delle tre zone dell'ex complesso industriale arrivate fino a oggi: l'area tra la via Appia e il corpo fornace, nella quale sono ospitati la sede del Parco Regionale Riviera di Ulisse, la Pro Loco Minturno e il Centro anziani; il palazzo di ingresso alle Fornaci che era sede degli uffici e della proprietà Pasquini, attualmente occupati dalla Delegazione Comunale, dalla Capitaneria di Porto e dal Consultorio; l'area tra corpo fornace e lungomare.

I manufatti esistenti saranno conservati per sviluppi futuri oggi non ancora definiti e non saranno realizzati nuovi edifici e volumetrie. Verranno demoliti solo alcuni ruderi pericolanti, come il deposito oli. "Gli edifici di valore, rappresentati sicuramente dalla ex fornace e dall'essiccatoio si legge nella relazione dovranno necessariamente costituire, in questa fase, presenze monumentali visibili ma confinate e non accessibili. Le aree esterne potranno divenire volano di un cambiamento che potrà avere riflessi nell'ambito territoriale esteso".

Il progetto prevede un urban park con diverse piazze, percorsi pedonali, aree per l'attività sportiva all'aria aperta, un campo da basket, una parete per arrampicata, un'area giochi per i bambini. Previsti anche due parcheggi. "L'obiettivo è scritto ancora è la rigenerazione e il recupero di un'area attualmente in stato di parziale abbandono con conseguente miglioramento della dotazione di servizi all'ambito comunale".

«UN TRAGUARDO IMPORTANTE»

«Per noi è un traguardo importante che dobbiamo raggiungere spiega il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli dal giorno della comunicazione del finanziamento, il 31 dicembre 2021, questo è il primo pensiero che abbiamo in mente. In 40 anni ci sono stati tanti progetti a parole, ma nulla di concreto».

«L'Urban park aggiunge è una risposta anche in termini di qualità della vita, come nella zona 167 che attualmente è un grande dormitorio, e un segnale verso la Riviera di levante identificata negli anni come degrado e non come appetibile turisticamente, anche se ora le cose stanno lentamente cambiando».

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Il Messaggero