Parco Nazionale del Circeo, l’ex presidente Giuseppe Marzano ricorre al Tar contro il commissariamento dell’ente

L'uomo avrebbe chiesto ai giudici amministrativi di annullare il decreto di nomina di Emanuela Zappone firmato dal ministro

Parco Nazionale del Circeo, l’ex presidente Giuseppe Marzano ricorre al Tar contro il commissariamento dell’ente
Lo aveva preannunciato lo stesso giorno in cui è giunta la conferma del commissariamento del Parco Nazionale del Circeo. Nella giornata di ieri l’ex presidente...

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Lo aveva preannunciato lo stesso giorno in cui è giunta la conferma del commissariamento del Parco Nazionale del Circeo. Nella giornata di ieri l’ex presidente Giuseppe Marzano ha presentato il ricorso al Tar di Latina contro il decreto di commissariamento dell'ente Parco firmato dal ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin.

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Le parole

«Con i miei legali abbiamo deciso di proporre anche l’istanza di sospensiva dell’efficacia dell’atto - spiega Marzano - Ottenere la sospensiva potrebbe essere complicato in quanto, di solito, si concede solo in caso di situazioni eclatanti. Anche se quello che è accaduto è effettivamente, a mio giudizio, molto grave. Il ministro, nell’emanare l’atto, si è basato sulle criticità emerse a seguito di un’ispezione del Ministero dell’Economia e Finanze, effettuate dopo pochi mesi dal mio insediamento, e relative a periodi antecedenti, quindi, fuori dalla mia competenza. Molte criticità erano comunque afferibili ad atti di gestione e per questo di competenza del direttore in carica nel periodo indagato e non del presidente e del consiglio direttivo».

L'ex presidente ha messo nero su bianco i dubbi sollevati a caldo dopo la notifica del provvedimento e torna a sottolineare come si faccia riferimento «ad un consistente importo attribuito ad un dipendente per aver svolto mansioni superiori fino al 2016, con sentenza del tribunale di Latina del 2018» sebbene lui si fosse insediato nel 2021 e il consiglio direttivo nel 2020. In merito all'addebito di non aver nominato la giunta esecutiva Marzano ribatte che «la legge 394/91 non obbliga a farlo» e non si poteva «nominare tale organo in quanto al consiglio direttivo mancavano tre membri della Comunità del Parco che, sempre il Ministro, non nominava da un anno e mezzo».

«Il Ministero, su alcuni punti, ci chiedeva di porre rimedio agli errori e alle mancanze del passato - prosegue Marzano - Su varie questioni siamo intervenuti, per altre, a causa dell’assenza del direttore, non si è potuto procedere. Il direttore non è stato nominato per 14 mesi fino al commissariamento, mentre per altri Parchi nazionali che avevano proposto la terna di nominativi per l’individuazione del direttore, dopo di noi, la nomina da parte del Ministro era stata fatta in pochi mesi. A ben guardare, sembrerebbe che, nel nostro caso, il direttore non venne nominato per evitare che risolvessimo tutte le criticità segnalate e creando, di fatto, i presupposti per il commissariamento. La conferma di ciò potrebbe essere dimostrata dal fatto che, dopo poche settimane dall’insediamento del commissario, il direttore è stato nominato scegliendolo, tra l’altro, nella terna di nominativi da noi proposta, costituita da tre validi professionisti individuati sulla base di una meticolosa selezione, confermando la correttezza del lavoro svolto - prosegue - L’arrivo del nuovo direttore consentirà di avviare i tanti progetti per i quali erano stati ottenuti finanziamenti nel periodo di attività del sottoscritto, come ad esempio i circa 3 milioni di euro per il consolidamento della duna e gli 800 mila euro per il progetto PTTR per le boe galleggianti e molti altri interventi. Si potranno portare a termine le varie procedure già avviate, come la convenzione per la ristrutturazione del faro di Zannone (il cui protocollo tra gli enti è stato firmato proprio lunedì in prefettura alla presenza tra gli altri del nuovo direttore del Parco nazionale, ndr) e quella con l’Agenzia del Demanio per il recupero del Borgo di Fogliano».

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Il Messaggero