Coronavirus, così l'ospedale "Goretti" è stato dedicato al Covid 19

Coronavirus, così l'ospedale "Goretti" è stato dedicato al Covid 19
È operativo da lunedì 23 marzo l’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina trasformato in  “Intervento Covid” per...

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È operativo da lunedì 23 marzo l’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina trasformato in  “Intervento Covid” per fronteggiare il possibile incremento dell’epidemia. Nei giorni scorsi il direttore generale della Asl, Giorgio Casati, aveva preannunciato  «svuotiamo l’ospedale per essere pronti al peggio».  (vedi anche coronavirus_latina_svuotiamo_goretti_covid-5121421.html ) 


 Alla nuova sistemazione si lavorava già dai primi giorni dell’epidemia, la strategia dell’azienda sanitaria era stata delineata nel corso della videoconferenza con i giornalisti fatta dagli uffici della Asl «Il Goretti ospedale Covid, a Formia per l’area sud gli altri casi infettivi, Terracina e Fondi ci serviranno per gli altri pazienti e se sarà necessario utilizzeremo il privato accreditato».

Ora il provvedimento è ufficiale: «Da alcune settimane stiamo disponendo una serie di profonde modifiche organizzative, alcune in fase di definizione, che possono ulteriormente modificarsi rapidamente con l’evolversi della situazione – scrive il direttore sanitario dell’ospedale, Sergio Parrocchia, nella lettera a tutti i vertici dei reparti e servizi spedita sabato – si forniscono le disposizioni ed indicazioni generali, immediatamente esecutive».

LE DISPOSIZIONI
L’area chirurgica è trasferita e riorganizzata all’Icot, mentre resta un’area interna multidisciplinare nel reparto al quinto piano ( ex chirurgia vascolare) destinata alla chirurgia di urgenza/emergenza multidisciplinare. I ricoveri sono disposti in “aree 
Covid” per intensità di cure. Al 6° piano ex Geriatria ed ex Neurologia: area acuti 
Covid sospetti/isolati; al 4° piano ex Ortopedia ed ex Gastroenterologia/Nefrologia: area acuti Covid positivi; 2° piano ex Chirurgia/Urologia: area acuti 
Covid positivi; al 1° piano ex Medicina Donne+Uomini, per adesso area non 
covid multidisciplinare medica, successivamente area acuti 
Covid positivi; 2° piano ex Medicina urgenza: per adesso area subintensiva 
Covid (salvo 1 stanza Utn/trombolisi), se necessario in parte Area intensiva 
Covid (da attrezzare); 2° piano ex Neurochirurgia, per adesso area subintensiva 
Covid, se necessario in parte area intensiva 
Covid (da attrezzare), rianimazione sala B: intensivi 
Covid, blocco sala ibrida: intensivi 
Covid (da attivare/attrezzare) e Malattie infettive area acuti 
Covid positivi

Tutto il resto è destinato ad aree “non covid”. La già citata area multidisciplinare all’ex chirurgia vascolare, al 3° piano l’area materno infantile con possibilità di isolare 
Covid donne partorienti e pediatrici, eventualmente in attesa di trasferimento strutture dedicate regionali, al 1° piano area Utic/Emodinamica, mentre gli ex ambulatori di endocrinologia/preospedalizzazione sono destinate alle malattie infettive non 

Covid. Resta confermata l’area oncoematologica tra 1°-2° piano. La grande novità è costituita da Team medici multidisciplinari dipartimentali o interdipartimentali ai quali «vengono assegnati indifferentemente tutti i dirigenti medici delle unità organizzative del rispettivo dipartimento, ed eventualmente di altri dipartimenti, includendo tutti i medici dei servizi ambulatoriali e/o diagnostici non impiegati in attività prioritarie rimaste attive». Cambiano i reparti, dunque, e si lavora in équipe multidisciplinari. Un ospedale che – comunque vada – non sarà più lo stesso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero