Aprilia, due operai uccisi dalle esalazioni di una cisterna in impianto di compostaggio

Aprilia, due operai uccisi dalle esalazioni di una cisterna in impianto di compostaggio
LATINA - Due operai sono morti uccisi da esalazioni nocive mentre si trovavano in un impianto di compostaggio ad Aprilia. I vigili del fuoco sono intervenuti stamani nella ditta...

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LATINA - Due operai sono morti uccisi da esalazioni nocive mentre si trovavano in un impianto di compostaggio ad Aprilia. I vigili del fuoco sono intervenuti stamani nella ditta di compostaggio Kyklos che si occupa della lavorazione dell'umido. L'allarme era stato lanciato verso le 9.45.




Le vittime erano dipendenti di una ditta esterna, si tratta di autotrasportatori che una volta arrivati all'impianto di compostaggio si sono - entrambi - sentiti male.





Le vittime sono Fabio Lisei di 44 anni e Roberto Papini di 42, entrambi vivevano in provincia di Viterbo, a San Lorenzo Nuovo. Sono in fase di ricostruzione i momenti che hanno portato alla esalazione mortale, di certo era una delle fasi in cui si stava trasferendo il percolato. I due uomini, che non era la prima volta che effettuavano questo tipo di operazione, hanno accusato un malore non appena aperta la valvola dell'autocisterna. Un'esalazione letale quella proveniente dall'interno, una delle due vittime è caduta da un'altezza di circa due metri, mentre l'altra è morta mentre si trovava sulla passerella attraverso la quale avevano raggiunto la valvola, che si trova sopra la grossa autocisterna, per un controllo.



La dinamica esatta di quanto accaduto nell'impianto di via le Ferriere, al confine tra Aprilia e Nettuno, è ancora al vaglio dei carabinieri coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Luigia Spinelli. Sul posto i vigili del fuoco, personale dell'Arpa e della Asl di Latina che sta effettuando i primi accertamenti.

Secondo le prime informazioni, non ci sarebbero danni ambientali e il pericolo è stato circoscritto alla cisterna trasportata sul camion.



L'azienda in una nota spiega «I due lavoratori avevano avuto regolare accesso all’impianto, con due autocisterne appartenenti alla propria società. Il percolato che avrebbero dovuto trasportare è un rifiuto liquido derivante dal trattamento di rifiuti non pericolosi (prevalentemente materiale organico di rifiuti domestici) che viene prodotto presso l’impianto. Tale liquido viene prelevato più volte al giorno, con operazioni svolte in ambiente aperto mediante autobotti, per essere poi smaltito in impianti autorizzati. La dinamica dell’incidente, pertanto, è al momento oggetto di approfondimento e, in questo senso, la società sta collaborando attivamente con la competente autorità giudiziaria per verificare le cause dell’accaduto.


Kiklos esprime il più profondo cordoglio alle famiglie e ai colleghi dei due lavoratori deceduti».

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Il Messaggero