Oncologia e cure palliative integrate, riconoscimento europeo al "Goretti" di Latina

Enzo Veltri e Federica Zoratto
Tra i duecento centri al mondo c'è, da qualche giorno, anche l'ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Parliamo del riconoscimento ottenuto dall'Esmo (European...

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Tra i duecento centri al mondo c'è, da qualche giorno, anche l'ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Parliamo del riconoscimento ottenuto dall'Esmo (European society medical oncology) la principale organizzazione professionale europea per l'oncologia medica.

Un documento che certifica come l'oncologia dell'ospedale del capoluogo, ospitata presso il padiglione Porfiri, si integra non solo con il territorio ma con le cure palliative. L'unità diretta da Enzo Veltri è stata riconosciuta come Centro di integrazione tra l'oncologia e le cure palliative per il periodo 2019-2021.

«Un segno importante per il lavoro che svolgiamo - è il commento di Veltri - e guarda alla cura ma anche alla qualità di vita dei pazienti. Una tappa in un percorso che quando ho iniziato a occuparmi di tumori non avrei mai immaginato». La scienza fa passi da gigante, la presa in carico dei malati è parte integrante di cure che sono comunque rivoluzionarie rispetto al passato. «Non avrei mai immaginato agli inizi della carriera che un giorno il cancro del polmone si potesse curare con una compressa. È la medicina personalizzata, la target therapy. Il recettore Egfr subisce un mutamento nel cancro del polmone e il farmaco blocca la proliferazione cellulare».

Il riconoscimento Esm va a un lavoro di squadra, al fatto che ci si coordina con i 4 hospice presenti in provincia. Ogni mercoledì, per esempio, c'è un incontro per fare il punto e portare avanti quella che Veltri chiama «collaborazione attiva per cure simultanee». Si va dalla diagnosi infausta alla cura palliativa, tenendo sempre a mente la persona malata.


A seguire la pratica per il riconoscimento - rilasciato a Monaco di Baviera durante il congresso europeo dell'Esmo - una giovane oncologa, Federica Zoratto, nata e cresciuta a Latina. «Si deve rispondere a 13 criteri - spiega - da come si svolge l'attività in reparto alle terapie, dalle esperienze fatte alle aspettative di vita, dall'attività clinica a quella di ricerca, fino al supporto psicologico a pazienti e famiglie». Tutto verificato dopo l'invio del questionario e verificabile in ogni momento. «Quello che facciamo e ci ha portato a questo - conclude Veltri - non sarebbe possibile senza il supporto dei servizi del Goretti che intervengono in diversi casi, penso alla radiologia interventistica, alla ginecologia, alla radioterapia, alla chirurgia, alla farmaci ma anche al mondo del volontariato con realtà come Avol e Valentina». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero