Niente affidamento in prova: Raffaele Del Prete ai domiciliari

Niente affidamento in prova: Raffaele Del Prete ai domiciliari
Niente affidamento in prova ai servizi sociali per l'imprenditore Raffaele Del Prete che dovrà scontare ai domiciliari la pena di tre anni e tre mesi di reclusione per...

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Niente affidamento in prova ai servizi sociali per l'imprenditore Raffaele Del Prete che dovrà scontare ai domiciliari la pena di tre anni e tre mesi di reclusione per la condanna nel processo "Touchdown" per i reati di corruzione turbata libertà degli incanti.

La richiesta di affidamento in prova, per scontare la pena residua di un anno e otto mesi, era stata avanzata dagli avvocati difensori dell'imprenditore pontino, i quali avevano evidenziato il risarcimento dei danni effettuato a favore del Comune di Cisterna. Ma i giudici del tribunale di Sorveglianza di Roma (camera di consiglio presieduta da Paola Cappelli) hanno bocciato la richiesta sottolineando che «la valutazione complessiva della biografia penale del condannato porta a far ritenere la misura più ampia non contenitiva della sua residua pericolosità sociale e, soprattutto, del pericolo di recidiva del reato».

I giudici fanno riferimento in particolare al carico pendente di Del Prete, attualmente sotto processo con la grave accusa di "voto di scambio" per le elezioni comunali del 2016 a Latina, ipotesi di reato per la quale è stato prima sottoposto agli arresti domiciliari e poi all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L'indagine partì proprio dagli elementi emersi in "Touchdown" e il processo per voto di scambio ha avuto recentemente un rinvio al 13 giugno per incompatibilità del presidente del collegio penale Francesca Coculo, dunque si ricomincerà davanti al terzo collegio guidato dal giudice Mario La Rosa. Proprio questa pendenza giudiziaria viene sottolineata dai giudici di Sorveglianza: «Del Prete, oltre ai reati in esecuzione di una certa gravità, è gravato da un carico pendente per voto di scambio, fattispecie da ritenersi, a parere di questo Collegio, reato di particolare allarme sociale. Per tale fattispecie - scrivono i giudici - è stato tra l'altro sottoposto per un lungo periodo di tempo a misura cautelare, a rimarcare la persistenza di attuali e pregnanti esigenze cautelari».

I giudici ritengono che «non può essere concessa la misura richiesta», l'affidamento in prova, mentre «la misura della detenzione domiciliare, con permessi di uscita in particolare per svolgere l'attività lavorativa, deve ritenersi contenitiva della residua pericolosità sociale del condannato». Del Prete potrà uscire di casa solo per recarsi al lavoro in un'azienda di Sermoneta in orari prestabiliti e dovrà comunicare ai carabinieri eventuali variazioni. La violazione delle regole potrebbe costargli il carcere.

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Il Messaggero